Compagni! - anno II - n. 5 - 1 marzo 1920
s COMPAGNI! l"elevazi.anc sociale e i l,tvor;:tlòri diranno ai fannùlloni: o. iavoraLe o non mungiate. li rin– no,·,1111cnto a cui temliuu10, è in purlc civile e ::oociale, ma è :-;opratùLlo un rilìHovarnenlo in– teriore, ò -J.1 J'or1mt1.io11e di n n alLc ggiamenio nuovo della co:;cicma comune· db.va-n li alla nc– ces~i tà colicLLi\a: -0gni uo,md- dc,c. essere· se sfcsso.c.rumanit.à. lJel reslo, 'qùç:::to·principìo non l'aLl.Jiallw cre:Yatonoi.· La storia del i'ncmdo è un rnoì·imento ora più lento· ora più· cekre ve1·so la valorinaziond di· tLil-tcle fori_'.e 1uìrnne, che salgono clui piani_ infci'iol'i agli alli piani • ,e creano la Cél-Sa1tnivcrsak. To -dico che lulla la sLoria non. è che ·unà p,:eparaùone di < 1u·eslo frdalc e necessario Ji,enire, di questo ascen– dei'e- ;:dla c0Ii.1parlecipazione di tutti i <liriU1 e di tutti i dOYfri, di una immensa rnaggios • ranza, qualche voli.a p1·c,:e1rnta, ma più spesso cornbaltuta dalle rninoran1.e clic, I'ha1mo pre- ceduta. Vero ct non vero? • ,; Era,·amo rn una s-édelLa acl !\'i illislcro. Fuoti, il ciclo era grigio sulle ,case ba: ccse.VB- 11ivano dalla strada rornhi cupi <li· a uto carrl'. Pole 'vanò, essere le cillti11e di sera. Troliki era · l.rn poèo nell'omlm:i. hliYo la sua voce, ma non Y edeto· i suoi occhi. La camera strella e semi- buia' era piena di :anenil'c~ Hisposi, ::cmplicc– menlc: « --.,. E' Ycro: << Il lelefo110 cbi<1rnò. T,:;,1lzki andò ,ill'ap– narato. Era Lenin. Glì diceva l'esito delle efc- zioni ila.liane. • E l'iassu.rne 1J suo ardenlc, oruoafio;;o cnlu– siasrno con que,~t.'inmwgine: . « Amico rnio, nìi a questo puntò \'~)r1·csle awr qualche preciso dellaglio ::;ui• trlùdi._ ~ui fcriLi, • ;uglì e:::erciti ul fronte, sn'Jla carestia ·e ·su tante altre cose t.:hc intere:;sano enormeinen,lc gli occi~c1lla]i. }la icl non so pe1:<·bè doHei dini ques[e éo~e. :\oì Yi,iamo qui in Hussia come in uno caldaia cli fuoco rosso. E' naturale che le nostre carni si,rno scoliate. i\fo, ,e lo u1co all'orecchio per non fétr arrossire le .ca– slis'sirne uaminc. a,elr, ÙHÙ senti',) e-Ile si. ge– neh con gioia? La 1nnl1·icc umana e la -rnafl:icc sociale non hanno più s1tssulli e coi1io.rcimenli ::olu quundu il i_ni.racoloè compiuto._ E, qualclte volta, 1 contorc1mcnli continuano anche dopo ... ì\:oi no-n ;;ianw •ancora al c/0110. Sinmo ai do– lori della generazione. i\Ia abbiamo concepito con tanto amore che il dolore ci sembra sacro come un rito. L'amore illurni11a e· riscalda il p11ssagp;io 1orrnentoso della ,ila; dalla sua buia nrit!·ionc alla sua nece,;:'.:'aria realiù • , , ~; .-\rn_ico-.~nìo c!'Halia, non u,et·e un po' di Sdllla dt llOJ. « Chi ha mai; osato tanto nel mondo'? « Chi cli Yoi potrù vl\'erc ncr un'ora ,:ola questa Yila Yertigino.srr che dislrwrgc tulli 1 veleni del passnfo e .chr; ci l'ende uÒÌ11ininuovi i11 un mondo liberalo? ~-0i siamo come dei ,urondi. poeti nell'ora dì grazia della crea;- 7,ione.. ; ,, • Un documento simile, 1ìpcficmw, vale lulla una nolemica. .. .. o·· ianco . Le i'Jlu-strazj,oni lxH·ghesi riprodu;éoil!), con sin, goìare compiacenza, il ritratto dèl nostro re sotto• braccio al gioviri:;: scià di i>ersia, Dev'essere ben questo Ìl figliò o nipotè. di quel• l'altr(l sci~, che visitando re Ùm.b·erto, e richies_togli se ave~se desièlerio di .qualcosa, .confe~sò eh,; avrel.ioe cle,iderato • di veder tronca ia testa, così per celia, a un paio dì min-istri:.. ' Mà ;la solidarietà regale può tollerare anche di questi gus'ti indelicati. E uno sdà barbarico, }')assegglare fo compagnia ai re della Quarta Italia, •• • • . Un stiltano provvisto di trecento. rtìog)i, dare il braccio a .un re cristianamente. monogano, tido sposo e buow padre. . . Un despot_a assoluto,. col· diritto di trottca-r teste a piacere, far comunella con .·nIJ sovrano costitù, zionaìe, 1m poco massone e qnasi socialista ... Effetti della guerra, che ha alleato I'I~alia per= shw al paese d,~gli Ascianti? Aspettiamoci dunque, ben presto, di veder le i'ilus.traz:joui b!frghesi • riptO• durre'-Re,·Vittorio a braccetto, d'.un re di ·ca_nnibali. fra mo'natchi, sopratutto se alleati, c'è sempre buon sangue, e• non si bada al sòtti!è, I . ~~,,~ Versi per una 'tomba Auclle ~u1 ·,sepdicro <l'i R<>sn •Li1xembou1·;;- - oou1\'! già su quello· Lh • Car,o Licbl,nedit -- è app.:Ì:tso l'omaggio i.n Yersi ùi un poct'.t. : ::ìtcf,ru Z,Yeigl a,·cy,,1 dettatò hl cpi:,::mfo di, Lieblwec-Lii, che già, ù. t.1·aduee1111t~). Quc– sl'altm __ è ù'ignoto ati:twt•, ma aìtrclt.anto COilllllo;;1c.a. e (;UCùaUle: Bi.sug1iaca <:·h'clln Jo-~sc la. sua. pii.· ùclla a11wn/c; • è:!tc ju33c- lo, .sllli' ,:;/ella più, i.d,wlc ... Da ci1u111e a1111i il pupulo l'utt(iutcvli.. B 1m giorno c/lir ·i:eiwe urncit<ì <l'ogni spl'undoh; l.ì,w ·ccggentu c/ie c-scc tlul sr'1iu/c:ro dc/te· Eibùic ctci [Ghetti. f:J//"cra. la Jirlan.:aia- dei- poi:cl'i e d~' g.li 111i1iN ... ··, 1),,:i /11J)i /GCGU·l'Ull(I i! 8Cl'llfjiW de' Sllui passi; J-:,M1- 11.1Ì/l(I. acca. si/Ile spalle • 'SH!la 1Ìc//.1i Slln 111anu trwuw -il G·ì'iorc r:llc trcmucu.: (;Il .JJlll'U Cl/Ul'C 0 ' 'll/W 8/,el/a-: · .lUura, il 1iu1wVonon si co11tcn11e più, Ditman.:i a. colei elle gli. appJJri-ra dopo· scculi. .lln i c:icchi non 1iotcvano sostenere. il suo ·sg·ua.rdo, I sordi ai:-ccw;o pouni dc:ltn suri -coce Z:: tutti coi;toro lu ~i ai:tcntarono contro .l'cr ueciclcrta, Per im,nòia.rsi in lei. -- l'crcllù mi uccidctu:? - Oomc! Xon ali;tate i:oi da/l'altr<i va-rte -<I-cl fiume.? Caru amico, se cui a.ùilastc da i/1/cSta. 11artc, i~ san,; 1m as1;as,i110 e 8(trcll/1e inyi-uslo cliè 1:i 1,ccidcsst; 111a poichù 1;ui allil!lte rlaJl'altrn parte;· -iu sono un ·1,alorc,:c, cd ù !}iusto cil'r; ci a11ww.:•:.:i. l'.ISC:.\L, I
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