Compagni! - anno I - n. 11 - 1 luglio 1919
COMPAGNI! '1 vano i denari 7 Una stretta al torchio, e gm miliardi cartacei, garantiti dal patrimonio nazionale. D~ patr,imonio nazionale dei debiti! Il plus-v.alore dei prodotti importati è rappresentato, come indlice, dal giga;ntesco arricchimento degli Stati Uniti, che fu– rono i principaJi fornitori dell'Europa. La paralisi dei trasporti 7 P,rima, i traspo,rti f:urono completa– men te assorbiti dai serviiZi di guerra, poi rimasero par-alizza,ti da.Ila mancanza di materiale, giacchè si consumava e non si ricostruiva. E la crisi dei tra– sporti ,che finchè si constata nella Russia si attribui- ' sce ai' bolscevichi, con largo ,corredo di cifre ; ma che nei nostri pa,esi si fi,nge ,d'i,gnorare o la si oonfessa a denti stretti. • Qu•anto a11a cattiva gestione statale, la guerra non è stata il trionfo della incompetenza elevata a regola di governo. Non importa chi, è ad/atto 'per non im– porta q u.a 1 le ministero,! A o01ndizion,e che si lascias-se loro sfruttare il peri<J1d:o ·d'-0,ro, le classi delle .indu-· strie e degli affari hanno permesso con maggiore larghezza del solito che ,di1rante la guerra e nono– stante 1,-eccezi"onalità delle circostanze, governassero i Loro delegati, i lol"'Ouomini di fiducia. E si sono avuti i giorna.li, sti preposti agli mpprovvigionamenti, gli avvocati ai trasporti. Non importa chi, è adatto a non importa qua,le ministero. Il meno che s~ pos~ dire, è che l'Europa è stata governata, e lo continua, d'a vecchioni,- che se uscieri dei rispettivi mmisteri :,,arebbefo stati messi a ri,poso d'autorità, per avere raggiunti i piìi alti gradi della senilità i,rresponsa– bile. Quanto all'aumento delle imposte, le note 1cllo– lenti incominciano, appena. a,ppena:, a-fa.rsi &enti,rc a·dcsso. Vorrai1no pur esser dolori, e di quelli gravi, quando bisog,ncrà metter mano .alla sistemazione dei bilanci. Paga la Germania.! Paga l'Austria! Paga Pi.neo. I debiti di guerra, chi li ha, se li tiene. Ed i contribuenti, che sarebbero appunto quelli che ap– partengono alla innumere famig.lia dlel suddatto si– gnor Pinco, dovranno pa.garli. Ma a questi fattori, riconosciuti e proclamati rd,dla scienza. economica, e che h, ,guerra ha sviluppati nelle, proporzioni che ognuno può constatare ogni gio-rno, ed ogni giorno sempre piìi, altri ne ha aggiunti la guerra stessa. E8aurimento cli 111,a.ter-ieprirne. - Un· solo esem– pio. I mobili, anche i piu usuali, sono sa.liti a prezzi proibitivi. :ll'fanca il legname. Si sono abbattute im– mense foreste per il legname oceou,ente ai baracca– menti, alie trincee, a tanto altro materiale di gue,rra, dai carri agli avioni. E n-o,n v'è -decreto di governo che possa far ci-e.scern dall'oggi al ,domani nuove fo– reste. N q,11, ·vi riuscirebbe neppure un ministero di coaliziori6 democratica, per qua.nto i ministeri di quel tipo là posseggano la scienza infusa ... quando vanno su! •• Esaurimento cl·i og-ni riserva. - Esaurite tutte le riserve· di d·errate alimenta,ri e Idi materie prime, grazie a.llo quali, in tempi normali, si può far fronte a momentanee scarsez2'1edi produzione, a carestie, ecc. Si viv,e a.lla giornata. Se in qud -dato giorno non an'iva quel dato bastimento con quella -data quan– tità, di cereali o di altre materie, (a proposito della orelesa formatura• di fr.ont.ierc !), si ha subito sul ~erc,;;to una rarefazione della rispettiva derrata, e conseguente aumento del pTezzo. Con la circosta.nza poi. che può arrivare in seguito quanta merce si voglia, ma quel prezzo non diminuisce. Si rispetta troppo! • Srz11ililfrio fra la vroduzione ed il cons11mo. - La p-erdita di tanto "matcria,lc umano» ha. prodotto uno squilibrio frn la produzione ed il consumo. In confr. nto di prima dPlla guerra, oggi si produce meno. Il « mat-criale umano n perduto in _guerra era bibli ·t cagi.nobianco il più giovane, il più forte, il pm produttivo « ma,. terial.e" dell'industria e dell'agrico.ltura. La scom– parsa di questa mano d'opera più giovane, più forte più produttiva, cootituisce una perdita irreparabile'. ~ssa p.roduceva per sè e pc·r il resto d'ella popola– zione non produttiva, che ancora vive e che ancora consuma. Riduciamo il conto .a cifre spicciole. In una famiglia di sei persone, tre lavorano, le a.ltTe tre, o vecchi o donne o fanciulli, non lavorano. Ognu– na delle prime tre pei·sone pro.duce per sè e per una delle peTsone non produttive. Ne muore una7 Il , lavoro delle altre due deve bastare a cinque perSOille. Nel primo caso, si ha 6 di produzione per 6 pe,rsone; nel seoond10 caso, 4 d 1 i pr-0duzione per 5 persone. Nella economia familiare, quando fli produca meno, si aumentano gli badigli; nella economia nazionale, quando diminuisca la produzione in confronto deJ consumo, aumentano i prezzi. La capirebbe anche unJ ammira.toire di Wilson. • Ora, come si può, decentemente, attribuire .a crisr di governo quel che è essenzialmente crisi cli regime 1 Come si ·può indicare soltanto le cause appa;renti o seconda;rie del grave fenomeno, sottacendone le cause reali ed effettive? Forse, pcrchè la ricerca iddla ve– rita è terribilmeJJte rivo-luzionaria? Mah! Sono ii misteri dell'ora che volge. Non approfondiamo .. c. a. larivoluzione dimarzo in·Berlino Q·itesta cronaca dlei moti berlinesi del 11wrzo 1851 avreb• be dovuto seguire ad altre. Pcg/i ct]ctli dell'« ardimento» clel 15 apr-ile, e delle de·rnstfi:::·ioni compimte negli ufjìoi rlell'Avanti!, non riuscimmo a salvare che mia parte del manoscritto: ed .è quella che pubblichiamo e pubblicll,e. remo. Londra, ottobre 1861. Il secondo centro del moviruento rivoluzionario fu Berlino: ruoto che ben lungi dal trovare quel comodo ap-. ·giit colllplicata da Yere I-atte col g-0vei·ùo; una riv-0luzione poggio di quasi tutte le classi dal quale esso fu accom– pagna:to in Vienna. In Prussia la borghesia era stata già compli.cata in vere lotte col goyerno; una rivoluzione borghese s'appressava minacciosa, e questa rivoluzione avrebbe potuto essere, nel suo primo scoppio, altrettanto concorde quanto quella di Vienna, se non fo.sse avvenuta, ;prima la rivohizione d:i febbraio a Parigi. Questo avvenJmento p-recipitò tutta l'evoluzione, e inoltre esso si effettuò sotto una bandiera completamente diversa da quella. sotto la quale la borghesia prussiana si accingeva a combattere il suo goYerno. La rivoluzione di febbraio distrusse in Francia precisamente quella forma di governo che la borghesia prussiana mirava ad istituire nel suo proprio paese. La rivoluzione cli febbrafo si pre– sentò come una rivoluzione della ciasse operaia contro -la borghesia; essa proclamò lu distruzione del regime bor– ghese ·e ,l'emancipazione dell'operaio. Ma la borghesia prus:;Jana ne aveva avuti abbastanza cli movimenti operai nel -proprio paes_e,appunto negli ultimi tempi. Dopo pas– sate le prime paure sulle agitazioni della Slesia, essa aveva indubbiamente tentato cli utilizzare addirittura a pro11rio vantaggio tali agitazioni. Era rimasto però in lei· un sano orrore del socialismo e del comunismo rivo– luzionario; e quindi, allorquando essa Yide a Parigi, alla testa •lei movimento rivoluzionario, uomini eh~ le sem- • brnrono i più pericolosi avversari della proprietà, dell'or– diue, della religione, della famiglia e degli altri ])€nati <le! borghese modernò, essa senti subito un 1·ilevante raf– freddamento der proprio fervore rh-oluzionario. Essa sapeya cbe don1,·a essere utilizzato il momento, e che ~cnza l'~iuto delle masse opera-ie esi<a soccomberebbe, ma le m ancò 11 coraggio. E~$:L appoggiò quiucli il governo nelle pri1l.le soJleyazioni pan:iali nell ' Jll'0Yincie e s,i sforzi) cli man teucre cuIma la pop-0laz:oue cli Derlino, elle per ciuque ,:;iorni ensl assembrab innanzi al rn~tdlo
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