Compagni! - anno I - n. 11 - 1 luglio 1919
='=========~======C=O=M=PA,-'=G=1=Y=l=/==============– "',~· . :/[' " - ;eocllie lepgi ia1·bc11·e. che freme e si· llftita sn tutta 1a ter,·a, la siC'lLra e profoiu/a spinfct vovolare che snle per regnare un giorno e caml>icll'C In faccia. cle/ln società, sono ~lctl,6 create dai 1iensalori .. Cli( opeÌ·ai dell'-intelligen.w vo– giiono, come llcb/Jono. preiillerc' la Toro varte di. la.vomtori in questa. de/initii•a 1·inasce•,1.~(t 11ma11ada etti si può tutto u.ttendere, o clic i_, .~c,11pli1;c (J .r;iustn. « Dopo essersi 1•icouo,çci11/i tra loro e ri1tniti fraler– twmente, dovo an•1· 111c ·.·o in 00111-111w le loro aspira.~io11i ù'·f'i ancora svcirsc, gli i,1t<'lle//11ali vogliono i:olfarsi i11- 11icme 1:crso l<i ·1,1olli/111ii11i 1'ii:ènti, vcr f.ncoragr,iarlc, istruirle, 1lifendc!'/c cd 1111it'/c; costruire '/In a1:i;cni,·e mi– g1 i ore con cs.,c (' pc,· "SM'. «Ln guerra. lw faltu apparir!' l'aòis.,o doi:e noi a11tla- 1,1amoe dure a1Hlia1,10 ancora. Oli a11lic/1i principi (li ov– pressio11e, li'a11tfJcra.zia,, di 71,-irilegio e di -ii11pP1•ialismo -– che non si H:_(Jfi/JJ!r, /iiìt c-h,· 11('/' ii c/anam - hanno <Ullo la loro vrorn. d'in1pt1!e11:ii t/('/in /.oro mora/i/.(i pro1;riso-1•ia. che .,i adatta ad ù!li1i a1>pr•tilo; il loro diritto. che si flette C(;1111J •11n'an11a,la /IJro 111iO)lit1 <' il <lisprc.:·;·o cli'll'avi:eni'l'c. lo dimostrano. i'r,·.,/o o /a,·t/i /11 strr;sc cause 11t·oducono !lii stessi effe/ti. n,,,11,rarlo ; 1,·an'8/i111r·11Udelle 1)(11·ole I' d,•llc cose. E' 'l/)1(/. 1111,•.slio111' !/i 1·i/11 e di morir; per il ge- 111!-re1111wno. c·hu J1r,11c /'r111tar1011i8111.o.:_i1TPmissibilme11/e seatenato, tra. l'or'li11,• 11,·oro <' le fo1·:<! dl'ì passato. •< In (J'Uesta. lo/la, nr·r il .'<:!lx/o arrcnirc. cli CHi 11c.,.ç1111 r:ittr1di110 (e sop,·atutlo 111•.,.~11;1 rn/i.•·la) 1111ù on11(1i disin– teressarsi. i no.,t,·i CIJ!.'.'fl•l'iai. 11scr·11(/oeia/l'isolamento •in cui. -9ì trvrarcrno -- ris1,r-tl" 1111,, i1/1•e po/ilicl!c - p1·ima della guerra. pr,1/ano ll',11! .<ul rolw1 e ,1cllo stesso senso i loro sentimenti I' lf' loro ('lli·l'f/Ì1•. (< La tormidaòiir' ;;olc11:'/1 ì•uJ1ulare cl1e si. lcr(T. 110n lta viù biso11no di 11Ns11110;O.Cl!tirlì. ver 8Cilolere Te sue ca.tene. 17 11101·ime11toa/la tcstn riel 1111nlc· 11oi ci collochiamo cle– lilw,alamcnte -~i co111virc/Jbi' .,l'n.:rr di noi. Jln questa •rc– s11rn'.:io11e fatrtll' clcl1'1llnanitrì .. ,bocci, 0 rrì, in modo più' <'almo e viii Ile/lo se 1'88n .,arii i/laminciln ilal pensiero; .,e il mondo sa,rci popolalo di coscien;·c lucide, nello stesso ll'mpo che cli linone 1:olonlcì. » Con la solita precisione, e quella perspicuità di 6pil'ito che lo distingue, il migliore fra i giovani « intellettuali » di Francia si fa portabandiera del socialismo tra i fratelli d'arte, perchè si riconoscano tutti fratelli di fede. Egli aggiunge anche una pro– fessione d'umiltà,: « Il movimento -cui partecipiamo si compirebbe a.nche senza di noi ... ». Certo; ma quanto nobile e quanto preziosa, tuttavia, un'allean– za offerta con tanto slancio,· con tanto fervore con tanta devozione! Noi non possiamo non prenderne nota, e salutarla con gioia grata, e commossa. Norman Angell e il bolscevismo ' N"orman .Angell, in un articolo pubb'Jicato nel Laòonr Leader sulla guerra contro la Russia, esamina quel che banno fotto i Governi e quel che devono fare i Javoi-atori. , Che co,;a hanno fatto i GO\·erni? Con le loro deci-sioni segrete hanno affermata la loro volontà d'impedire a tutti i popoli, quali essi sia uo, cli esperimenta re il sociali mo comunista e d'impiegare Je loro forze militari e n,n-ali per ereare orribili ca restie con i blocc:hi. E le operazioni sono state intraprese in un tale 1Segrct-0, che nel momento i;tesso che esse erano preparate, i Govetni ai'f..ermav.ano su.lJ'onore che non un uoù)o ,~à.rcbbeinviato in Russia. Che cos:i devono fare t Jayoratori? <1 Se i laYoratori ingl<'i:i Jas:::i,rno.man.o libera ni loro governanti, se sono inerti e docili chrnnti al tentati1·0 di di~trugg:e1·e l'espel'ienm comunistn russa; se permettono di 1111ire i J,worntori inglesi ai remdouari russi e di .sa– crificare a.Jtre Yite umane p-er restnurare la monarchin in Russia - ciò che nvvi<:'neattualment·e- sotto i nostri occhi - a Il ora. i lavorato_r( inglesi tradi~cono la eemocr,u:ia e quello snluppo politico ed Pconomico, che i russi e <>]i U!J+~lle-r si cercano di re:1Ji;1,zare ». " Chi temo, non i: clti ·i11s11lta,al socif!l•ismo. Costoro hauno paura di noi. Oi aimrecU cono perchè ci pave'ntano. lr;, iion temo che gl'·ind'ifferent-i .. BEBEL. bibliotecaginobianc Oiorgio •Clemenceu nelgiudizio d'unsuocompilre Non ci siamo voco so·rpresi, tempo fa., leg[!cndo in im giornale quotidfono francese 11,na smaccatn apologia di Gior(Jio Uleme11cean, s1J//oscrittti da -un tait! signor Paolo .11assn che riconlaramo {t'a1:cr co1wsci11/o co-1i ben C/llri .,enlimenli. Il caso ci •ripone sotto yli ocelli una -rt:l'c,hia cupia lii Fantasia (i111a di quelle grnndi. 1·i·cistc parigine elle famio, contewporn11ecinwnte. /ri rèclame alle g,-andi ~ocottes e ai grane/i w;111i.11ivulilici della c-apilale), doi·e appunto 1111estosignor .1/a.<.•n .,i oc-cupa di Glem<'111'ea1in fl>rmini certamente i:erilie,•i. -1,1anon cerio 1usinghicti. In quei '}iorni (l'articolo è dclt'ayo81o 1!)09) ·il(< 'L'ifJrc >i a·rrrn dcn;uto dare le c1i111issi1mieia ministrn, c lo scriltore Jin– !Jl'Dn di fa,·gli. .. 11n'ora1;io11ef11·1rnbrc,cli'iuctemlo /.o scl:i.::,:o /Jio(Jrafico ia ·uno strisc-io·ne di lutto con tese-lii, ghirlandf'. rc:cdcra. Gcnt-ilc w•11sie,-o, non è vero? Jln 1·,1/. la pena di sp·ir1olarn dal testo. Non si è maJ r1i111licat,. cosi bene • come dai vroprZ amici! « ... Ei fu! Il pl!imo ·<lei « fiics » (1) à ormai ces– sato di vivere! Uome dunque à, potuto cadere questo tenibile lottatore, davanti al quale tremava la tt~rba rivoluzionaria, .e la scolaresca parlamentare piegav:i i ginocchi 1... Piangiamo, ah, piangiamo l'irrepara– bile perdita che subisce la, Repubblica pana.mista, • questurina e cesarea, con la morte deil'aìtissimo e celebratissimo. Giorgio Clemenceau de la Clemen– cière, gentiluomo della Vandea, anarcruco pér voca– zione, aristocratico per nat.urn, democratico per me– stiere, primo ministro per tornaconto! , « Aveva -cominciato col fare il medico, forse pe~ indurirsi allo ,spettac-0!0 delle soffere;nze e per eser- • citarsi a operare nella, carne. vint. Poi se n'era an– dato negli Stati Uniti, a far Yalere i prestigi dell,i propria lingua nei collegi delle « girls » (2(). Venne il tra,gico '70, venne 111, Oomnne, e :Montmartre lo scelse per sindaco. Due generali, Lecomte e Thomas, ·fu– rono uccisi dai comunisti; molLi comuni ·ti furono uccisi dai generali; ma nè la Comune nè Versailles poterono dire d'averlo avuto o amico o alleato .... Prudente Olemenceau ! Quando tira aria cattiva, il tenibile uomo di Stato -conosce pure· l'arte del bar– camenarsi!. .. « ... Egli ·sortiva all'improvviso dalle « coulisse·s » dell'Opèra, dove amava approfondirsi :nella scienza del radicalismo fra i gaietti sciami delle ballerine, per animare dei ,suoi fieri ran-cori e dei suoi o<lt im– placabili le varie redazioni dei giornali .... Llove non sc1·ive a mai, ma faceva scrivPre i docili discepoli : prendeva misteriosamente la consegna <lagii uomini tenebrosi, ma danarosi, che pote,·runo sov,·enire alle sue maestose prodigalità; e finalmente <lompa.riva in Pa,rlamento, dove la sua sola presenza metteYa fre– miti di spavento!. .. « ... Finalmente, l'affare Dreyfus gli rese ciò che aveva perduto nel naufragio di Oornelius Herz (3). Egli .potè rifarsi la verginità politica O'rave·mente l , l ' o compromessa, a om Jra del Sim<lacato e nel nome della « verità in marcia » (3). E fu un ottimo affare per lui, oltre che pci suoi creditori! Da Louhet, che aveva portato alla presidenza, Clemenceau non ave– va ottenuto tuttavia che scarsi compensi e .poco po– tere. Fu Fallières (quel medesimo Fallières ch'egli a:veva denunciato, altre volte, come agente di 1·ea– z10ne) che lo promos e gran vi ir ! Ma un gran visir che si chiama Olemenceau fa presto a promuoversi da se stesso ... gran pascià. E lo fu. Xè mai auto– cratico usò più duramente, più <lrudelmente dell'au– tocrazia. Quel Parlamento che l'aveva espulso,' che l'aveva •cacciato tra i fischi' e gli urli, s'acconciò do– cilmente a essergli schiavo. Olemenceau lo trattò a '
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