Compagni! - anno I - n. 11 - 1 luglio 1919
lt COMI'AGNI/ ai indiani furib-Onda e minacciosa, ed il suo effetto con– tinuò anche fuoli ,dalla Camera. Schweiker, che aveya votato l'approvazione del prestito di guerru, mandò i suoi agenti in Lipsia e aizzò tra i suoi aderenti, gli studenti ed il ,proletariato ,p,altoniere. A Liebknecht furono rotti i vetri delle, finestre; nell'abitazione di Bebel, protetta ,da un cortile chiuso, non potè entrare la plebe colta ed in' '.colta. Entrambi erano fuggiti ,ed evitati in Lipsia come rifiuti della società umana. :Ma neanche la Giunta del partito di I3raunschweig e la Comimssione di controllo in Amburgo s'appagarono della loro votaz.ione e ancor meno del contegno dello Volksstaa,t (« Stato del popolo >l). Il Demokratisclte Wocltenblatt: era stato trasformato al con– gresso dei Partito in Eisenach nella gaz,zetta tr_isettima– :oole portante il titolo Vollcsstaat. - Liebknecht non -si lasciò smuovere ò'alla burrasca. Egli restò incessante– mente attivo, con la penna e con la parola, per con ·n– cere del 101:0 errori i compagni del Partito, e quando il 26 noYembre fu presentato al Reichstag il secondo pre– stito di guerra, che no nosò nwro•vare neppure lo Schwei– ker, Liebknecht pron,unziò uno di quei suoi energici edl eloquenti discorsi. Non il a•iso, già ·allora in voga, dei puntelli .del– l'ordine; nè le ripetute intE>rruzioni del presidente Simson poterono menomai'e il suo oratorìo fervore. Parlrrndo del fraterno amore pel popolo francese, al grido d'inten'u– zione: « Vostro fratello!>), egli replicò con la prontezza che lo distingueva: « E' vemmente più onorevole essere fratello del furfante Guglielmone >J.Si .sguinzagliò allora 'fraello del furfane Guglielmone >l. Si sguinzagliò allora completamente la muta.' Uno dei più Jlobili della nazione assicurò che solo alla pazienza ed- all'educazione della Camera Liebknecht e Debel doYevano di esserne usciti con le ossa sane. Il 2S novemlfr'e fu tolta violentemente la parola a Lie·bknecht e 'il 9 dicembre si scatenò una vera ,grandine cii grida dell'ordine sul suo capo quando egli, con un discordo ardito ed energico, moth·ò il ·suo voto contro la nuova costituzione dell'impero. ~·~ "Liriche di guerra,, di ALBERTO. MALA.TESTA (pref. di C. Treves) Naturalmente Alberto Malatesta, essendo neutralista, è• stato alla guerra. E: naturalmente, vol·endo scrivere di guerra. l'ha calunniata se-condo il suo cuore cli -neutra– .iista. Certo, non potev.a spremerne lo stesso lattime sen– timentale o lo ,stesso brodo d'entusiasmo retorico di quei poeti elle banno inneggiato al massacro riman~ndo ver loro conto trnnquill:imente a casa ... L'alto n1lore d'urnanitìt di queste « Liriche >l (Soc. Editrice AvanW -· L. 1.50) oHora ,a un temp4 ,armoniosamente, l'artista e il suc-ia1ista. Sentita cow'è resù que:,ta Puori l'inferno: oricìa d'invl'.s/iti Dal, colpo elle /i. ab7Jattc o che li abbaglia; 'l'ra i c11da1:eri, in 111e;_;_~o alla mitraglia, Corse folle cli militi. snwn-iti. Dentro, con flutto mobile si scaglia lJna ti/'l'ba. sconi;ulta, di ferilÌ; l!7 'in questci bolgia i;Jn1vpi di detriti Umani orrendi. forma. .~ullà vaulia. Di f'llm10 ·in '111e.~,:·o n nu i:ole irrilt;nti, ,.8en.zci luce e sen.z'acqun, ad operare n chirurgo vroseoue, freddo e forte, Fra le bestemmie, le vregltiere, i pianti, Le. invoca.zfoni alle persone care, Mentr'un gU ohfrde vita, e l'ciltro morte! Sensazioni di uno che << c'è stato il; e ha intuiti o.i poesia, v1scere d'uomo, E' giusto che i compagni 1, ' conoscano. bibliotecagin~bianco Un poEta provEnzalE E l gusrra M.aurice Barrès, il più nefasto nazionalista fra quanti fanno capo alla· famigerata Action Française, letternto mediocre e jettatore autentico, ha immaginato iU:un volo lirico di pessimo gusto che « tutti i poeti di Francia,, i vivi e i defunt:J., facciano corona ai.Ja Vittoria >i, rlèan– tando in seconda o in quarta rima « la santità del'la guerra>).· Alla consacrazione della Vittoria che ha fatto morir di fame mezzo milione di bambini tedeschi, non so quanti poeti vivi o moi•ti avrebbero voglia di purte– c.iJ.mre. Quel che è cel'to, è che pochi. - morti o vivi - si troverebbero d'accordo nel trovar santa la guerra. Ma se tutta Ja. letteratura, francese - fortunata.mente - è tutta unU: maledizione sola contro i conflitti umani! Non tutti i poeti hanno lo stomaco del s,ignor Darrès. Intanto eccone uno (e non è il primo venuto: si tratta di Aubanel, il più grande poeta prGvenzale dopo Mistral) che sul lutti delle battaglie ha scritto un poemetto memorabile, per lo sd;,gno e l'angoscia 0he lo informano. Il poemetto che tr:aduciumo, s'intitola appunto: L1l GUERRlt « Dalle creste (lei monti al fondo delle ralli, nei bur– roni, in 11n orribile m{scu.glio ·s'aminassa1°io i cadaveri! I corvi npn hanno più sete, i z,upi non llanno più farne!- O donne, fate dei figli! Roco romba il cannone: dcilla terra. incencl'iata sale in faccia al sole 1111anube di fumo; tutto t11.gge ... Si ,1rta 11nmorto vassando. - O donne, fate dei fioW . La casa è distrutta, 'il cane cerca ed 1irit1.; la culla è vuota. Là, in aUo, sospeso ver la gola, il cadavere del padre ,è rigido e bl1wstro. - O donne, fate dei figli! La fa.ccia. voltci a terra, le braccia, incrociate, davanH la. porla, scarn1iuliata, 1tna. • giorindta - oh V'ietà! - è 1norta( Bella oome gli ,ingeli, essa an•1;a. q11.fo <lici.a'nni, - O donne, fate dei figli! Il 1;i/laggio è 'in ruina,; tutto è macerie; del ca,stello, elci/a. clliew non 1·estano Viù elle /a. terra; il. campanaio ,ua.suonando· a stormo. _:. O donne, fate de-i fivl-i! • Ma sotto l'i11f11riare delle valle il recchio campanile sprofonda! E l'ardito camvanaio oacle colla camvana, soc– combendo a'll'1illima oiravolta del bron.~o. - O donne, fate dei figli! (/rida cli bestie e cli 11omini, acuti _fischi cli femmine, ra11toli di' feriti. elle mw bomba spe.rrn, tamburi, trombe, udite la sefraggia sinfonia,. - O donne, fate dei. figli! , Lace1'<tndosi coll'11gne il seno, le donne, le maclri, pa.r– lano a dio! « re11clich le nostrn Zaurime! Guarda ciò ohe dei figU fanno i re! ... A qitale scopo fare dei figli?)). ì\faurice Ba.rrès deYe convincersi che almeno uoo - almeno il po~ta Aubanel mancherà al festino comme- moratlvo della Vittoria! Ox. QuàlÒhe volta mi prende, lo sgomento, pensando alla inanità di quelle gU,erre, ver cui vrincipi e pOIJ)Olipossono dare z·a vitci - e meglio ancora, ii cuore, l'energia, la _passione, la fede. FEDERICO Il RE DI PRUSSIA. '.(Lettera al signor di Voltaire).
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