Compagni! - anno I - n. 9 - 1 giugno 1919

ti COJJJPAGNI! lt:atl, come tu dici) non si possa fare utl pnsS<}.m•p.purc 1-espil"are. l'ons a1:ez t:lwn!]è to11t cela,:;lche il buon Dio vi dia salute e 11 grado òi generale, e noi non faremo che :ammirarvi, signori .... come? • - N·iohilisti. - pronunziò distintamente BnzaroIT. -. Sì. Un tempo v'erano gli hegeliani. oggi i niclti- listf. Vedrete come esi,-;terofunel vuoto, nt'llo spu:zio,senz:i aria ... llld ora suona, te ne prego, fratello mio. Come si vede, i conservatori avevano in dispetto la. parola, oltre che la cosa; o il solo terminò nichi– lismo_ faceva loro paura; proprio come la parola bol– scevumo, nell'anno 1919, fa paura, ai censori ... Scri– veva appunto Merimée, l'autore della Carmen, al- J'editore Cha'1'pentier che l'aveva incaricato di alcu– ne tradUJZioni degli scrittori russi: <1- In Russia, come .altrove, del resto, non si dicono impunemente delle verità a coloro che non ne domandano! » Allo ra co– me oggi, ai sostenito1·i dello zar, le veri.fa erano fonut,-0 in conto ... di offese alle istituzioni! • « Padri e figli» intitJofava Turghenicff jJ suo ·romanzo, per ciò: che i padri pa,rteggjavano genera,1- mente ·per l'antico 1·egimc, i figli per le nuove spe– ranze. E sappiamo <la lui che i pa,dl'i, cioè i reazio– nari, cbarnavaJ10 i figl;i « i pidocchiosi », con spre– gfa.nte allusione a1le lunghe capigliature dei liberali; che ì figli chiamavano i padri « vecchi ben-etti da notte », con poco rispetto• ma còn mo lta si ncerità. Pupblicai.o ·il libro, protestarono tutti: pad.ri e figli, pidocchio~i e berretti da, notte. I conservatori rite- nevano d'essere 11tati calunniati; i liberali rifiutavano di vedersi personificati in Bazaroff, tedesco-filo e mi– litarista, il quali'\ dichiarava che 1, un chimico vale più di oento poeti n. (Notate che anche allora, a tutti i no,·atori, si faeevn. accusa di ... germanofilia. Una fissazione!). 11 Turghenieff (è ancora il Mcrimée che parla) non aveva. pe·r nulla caricato le tinte dcscri•;endo i nichilisti; anzi aveva avuto dei pt'l 1 dori. E però la gioventù russa a:rnva qualche ragione di p1·otestare: 110n tutta la gioyane generazione pot(lva, essere così ribelle, specialmente nel momento in cui lo zar com– piva la. grande opera dell'emancipazione idei serYi ,,. Era stata qnest.a,· infatti, una delle più grandi con– quiste delle movimento liberale. Ma ci voleva altro! Anche a quel tempo, il cc riformismo" mostrava già le sue crepe ai giovani smaniosi ,di rinnovazione. Es– si Melaivano all'azione; e ad un'azione risoluta, ra– dicale, definitiva. Baza.roff lo spiega, con h consue- ta st'1'afottenza, agli al_libi_fr cc padri n .dei sa.lotti 'di Pietrogrado: 11 Abbiamo compreso che parlare, non ~Uro che par la re, <lelle nostre piaghe e fl-ei no– stri ·sogn.i, è perfettamente inutile; chè anzi ciò me– na, o alla trivialità o al dottrinarismo. Abbiamo vi– sto che 'i nostri savi, i così detti uomini progressi vi e riformatori, non valgono nulla"· Non Yi sembra .d'ascoltare, a cinquant'anni di <:lista,nza, un mes– saggio di Trot17.ky? « Nichilisti ": si chiamavano questi uomini nuo– ·Vi. Nome di negazione, che pareva quasi ostentare_ ,Ja miseria ribelle di chi lo portava. Come i gueux, p pezzenti, della rivoluzione fiamminga; come i san.1 pulottes, o sbracati, della, rivoluzione francese, i pre– cursori de lla rivolll!zio ne russa affermavano il prin– cipio della nega.zio.ne per la necessità 1 della rico– struzione, sp fotatamente. E Bazaroff lo !dimostra ai soliti 11 padri )> contradditori: - Um!... Agire, spez7.are... - oontinuò Paolo. - Ma e ·m:iezzare senza saper neppur e ,perch è? - Noi sp~zz:iamo pe:rdhè sia .mo una forza - notò Ar- cadio. I. Paolo Petrowibsch guardò su.o nipote e sorrise. - Sl, una forza, e per ciò non rendiamo conto a nes– ,ano - dtsse ~Iw, sollevandosi_. • bibliot c. ginobianco - - Infelice! - gridò Paolo Petrowitsch che veramente non n(' pot<'nt più. -- Se tn pensus"i almeno eiò ('he so– stit-ni con la. tua sentenza tri,ialc! ... Xo: un angelo C'i perden•bbc l:t puzienza ! rna forza! Nel selvaggio C,tl– mucoo e nel nfongolo c'è la.· for7"1. ma che sernt! A noi ,. pl't:'7.iosa la ci,ilt,1; sì, .sì, signo?•i, ci son prezi◊si i snoi frutti. :m non mi d.ite elle gue;;ti frutti sono ln– signiJicanti. L'u!Umo dei pittoruzzi o nno strimpl!llatore qunlunqtre, a cni ,ai <là cinque soldi la sem, son piit utili di Yoi, perehè rappresent;ino la ci,·i1tà e non lrt brutnle forza mongola. Voi vi ~Jre~'11mete degli uomini progressiYi, ma non siete buoni che a st..'1rYene in unit tenda c,1lmucca, Una, forim! :\In rammentnte,i :final~ mente, signo'I'l forti, che ,oi non siete- che guatlttro uomini e IDC7.7.0, e ,gli altri o:O'nomiJionl i guuli 110n ,i lasciern'llno calpestare le piit sacre loro credenze, ma. ,i schi.accernnno. - Se ci ,_cbiacciano, b1to11pro loro faccia - disse Dazrtroff. - E però non Rinrno così pochi come voi crecl-et<•. - Come? Voi credete seriamente ùi ,enil'ne ::i. capo·? Yenir n. capo di tutto un popolo? -· Yoi sapete che l\losca arse per una candela d'un soldo - rispose Baznroft.. Così pochi non doveY:mo clavnro essere, henche pe1·.seguitati e sperduti, LencM banditi e ma.Jecletti, questi precursori tì<'lla. nuova Russia. Si racconta. che il gì·an-duca Nicola, il torvo .zio dello zar ultimo· deposto, fosse in gioventi1 un uomo: faceto, e fra. i motti -di spirito che gìi attribuiscono uno, sopra– tutto, ci prtr inferessan1o. Come ·uno <l-eisi10.i giardi– nieri si affaticava., inutilmc11te, a piantare ogni spe– cie ,di srmente in un terreno disperatamente sterile, il gmnduc•n, gli arnva detto: - E piantateci dunquo dei nichilisti' Quelli spun– tano dappertutto ... Gran birbaccione, quel Nicola. Ma inteiìigente. E che avesse indo-vinato, col suo mo'tfo, se n'è dovu{o ?,ccorge1·e un po' di tempo dopo, nell'anno 1917. I ribelli sono ,spuntati 'dappertutto, anche a.i piedi della fol'ca, anche nelle sale del Krcmlino, e han preso il r-osto :.di tutta la mala erbaccia, che ci sb.và.' E anche <ld granduca Nicola,, SATURNINO. Il proletariato ungherese ai lavoratoi'i di tutto il mondo « Il proletariato ungherese liberatosi dal giogo del capitalismo e dell'imperialismo, ba cominciato l'in, staurazione di un nuovo ordinamento sociale, in cui nessuno sfruttamento od oppressione <leve sussistere ed in cui la produzione non sarà regolata dal profitto ma dall'interesse pubblico. « I! nuovo ordinamento ha scatenato la rabbia del capitalismo e questo ha chiamato in proprio soc, ,corso gli irnpel'ialismi che hanno aizzato contro di noi i rumeni affinchè impedissero il consolidamento del nuovo ordine sociale. « La classe operaia ungherese è riuscita ad arre, stare le orde dei boiari, i cui assalti hanno rafforzato nel proletàriato la volontà di mettersi contro il ca• pitalismo e l'imperialismo. « La situazione della ~epubblica. dei Consigli un• gheresi è nuovamente consoli.data agli occhi del m~mdo intero. Ma l'imperialismo ed il capitalismo estero si preparano all'assalto generale da tutte le parli : da. nord a sud, est ed ovest c-ontro la ~epub, blica dei Consigli ungherese. « Proletari di tutto il mondo, im-pedite questa ini• quità: sappiate che la classe operaia ungherese com. batte anche per voi >,

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