calcolo del cottimo sulla paga base o per l'autodeterminazione dei ritmi pensano in fondo di star fregando il padrone. Queste cose [ ...] vanno bene ~ bisogna sabotare la produzione del padrone capitalista ma in un paese socialista sarebbe un'altra cosa, non bisognerebbe farlo. E invece bisognerebbe farlo lo stesso [ ...). E forse perché ciò accada bisogna che questi principi diventino norma, legge; che sia il padrone a dover violare la norma, a cor• rompere, a usare la forza, se vuole violare questi principi [ ...). Nell'organizzazione della produzione e nelle sue norme bisogna sporcarcisi le mani se le si vuole cambiare davvero, anche correndo il rischio di farsi fregare [ ...] . Se invece non si cambia davvero, allora che cosa è la categoria unica per tutti, che cosa sono i passaggi automatici, se non una rivendicazione salariale sotto altra forma? E certo una rivendicazione realizzabile, quando vi sia un margine di riforma a disposizione del padrone, e altrettanto facilmente riassorbibile sia come salario sia come divisione reale. E il legame di queste posizioni ad un certo filone ideologico, quello del rifiuto del lavoro (ce n'è già abbastanza di ricchezza sociale per tutti , affermava, con una buona dose di incoscienza, Potere Operaio) che poi, come abbiamo visto nelle affermazioni di Lotta Continua, si collega esplicitamente al salarialismo (dal « dateci soldi, il resto è affar vostro » del Tronti di « Classe operaia » all'attuale « dateci soldi, al resto penseremo noi », non c'è in fondo tanta differenza), non fa che riconfermarlo. Del resto, il sovrapporre un cappuccio « rivoluzionario » ideologico ad esigenze di base a livello elementare non è la tipica operazione socialdemocratica e riformista? È proprio la linea di proposta di un potere operaio sull'organizzazione del lavoro che è invece una linea avanzata capace di incidere a fondo e di porre una prospettiva reale di superamento della divisione capitalistica del lavoro. In alcune parti dell'elaborazione che ne è stata fatta è forse ancora un po', ripetiamo, una forzatur a di avanguardia rispetto al grado di coscienza media del movimento. Ma non del tutto, se per es. Pipitone è costretto ad ammettere a denti stretti che « la linea sindacale di • contestazione dell'organizzaziope del lavoro ' esercita un evidente fascino in settori non trascurabili della sinistra di classe » e che queste proposte hanno una base materiale nella volontà operaia. Non sono del resto solo i gruppi a dire che non è possibile modificare la attuale organizzazione del lavoro. Negli Stati Uniti ai tentativi padronali di ricuperare, intervenendo su questo terreno, il consenso operaio e di eliminare i comportamenti antiproduttiv1, la risposta sindacale è stata sovente fredda o addirittu ra negativa, ma non certq perché non si condividano i fini dei padroni, che anzi 94 Biblioteca Gino Bianco
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