dcnsazione in obiettivi immediati, che si ritrovano poi necessariamente ridimensionati nell'accordo raggiunto. Ma proprio questo rende ancora più importante la scommessa sul movimento. Questa linea di attacco è stata ed è tuttora violentemente criticata da parte dei gruppi extraparlamentari (Lotta Continua, Potere Operaio , Collettivo Lenin, ecc.). Valga ad esempio quanto afferma Ugo Pipitone, in un articolo 23 che pure contiene note molto interessanti e che rivelano una conoscenza delle situazioni (e addirittura una certa competenza tecnica) sulle caratteristiche dell'attuale organizzazione capitalistica del lavoro e sui tentativi padronali di superamento del taylorismo: Su qualifiche, salario, organizzazione del lavoro, orario, cottimo i sindacati tentano cli far passare, nonostante le mistificazioni sulla contestazione globale del sistema produttivo capitalistico, una linea il cui nucleo è l'eliminazione delle punte più acute dello sfruttamento in fabbrica e un modello compartecipativo alla gestione della struttura del potere in fabbrica da parte della classe operaia, evidentemente attraverso la necessaria mediazione sindacale. Su nessun tema come sull'organizzazione capitalistica del lavoro e sulla necessità del suo superamento il sindacato dimostra la vera essenza della sua linea e la sua profonda vocazione riformista. Al di là delle fumisterie su « umanizzazione », « disalicnazione » e simili, è chiara nel sindacato la prospettiva di un modello cli organizzazione del lavoro che nulla ha a che fare con i veri bisogni cli emancipazione politica del proletariato [ ...). A parte l'ovvia considerazione che non si capisce per quale miracolosa circostanza dovrebbe essere più umano, oltre che condurre, attrezzare e regolare la macchina, darsi il benestare di qualità ecc. o montare 5 componenti invece che 2, tutto ciò rientra sostanzialmente nell'alveo delle scelte che, seppure con lentezze e contraddizioni, il padronato italiano sta compiendo o è in procinto di compiere. La tesi che sta dietro alla argomentazione di Pipitone è che con la lotta all'organizzazione del lavoro si rende un servizio al padronato più avanzato, aiutandolo a razionalizzare e lubrificare lo sfrut - tamento. Un'altra tesi, che può apparire parzialmente in contrasto con questa, si ritrova spesso nella polemica dei gruppi ed è quella che su questa linea si offrono al padronato delle contropartite a vuoto perché l 'organizzazione capitalistica del lavoro non è sostanzialmente modificabile a meno di abbattere il sistema. Tesi quest'ultima espressa in modo estremizzato in un volantino di Mirafiori che Pipitone riporta nel suo articolo, non si capisce bene se condividendone o no il contenuto: Alcuni compagni [ ...) parlano cli ricomposizione delle mansioni [ ...) per cercare di rendere il lavoro più umano e meno alienato. Deve essere chiaro 91 Biblioteca Gino Bianco
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