cazioni e che ha spesso investito le questioni di fondo alla base dello scontro. Cosl molti sforzi sono stati fatti da parte padronale per cercare di dimostrare l'assurdità o l'impossibilità tecnica di un modo nuovo di fare l'automobile, o almeno la sua incompatibilità con gli impianti esistenti che pur si dovevano utilizzare. Restava in tutto questo, e non a caso, un grosso equivoco, quello appunto di ridurre il punto del contendere a questo « modo nuovo », quando da parte operaia si avanzava un'esigenza di potere e da parte padronale si mirava invece a garantirsi un ricupero della disponibilità. L'ipotesi di accordo raggiunta al Ministero del lavoro il 19 giugno e poi tradotta nell'accordo definitivo di luglio non si presta, anche alla distanza di ormai quasi due anni, ad un giudizio rigido vittoria-sconfitta. Indubbiamente due punti qualilicanti della piattaforma non vi hanno trovato una risposta valida: il superamento di fatto del cottimo ed il riconoscimento della polivalenza come criterio base per una promozione automatica. Ma ciò che è passato costituisce comunque un nodo politico: strumenti di controllo sui tempi e carichi di lavoro (i comitati cottimi), impegni sulla ricomposizione delle mansioni e delle fasi di lavorazione, rilevamenti e controlli sui dati dell'ambiente di lavoro (sia pur senza arrivare alla richiesta istituzione dei libretti) , e soprattutto la ormai definitiva affermazione dei delegati, che ha rappresentato contemporaneamente un'altra riduzione del potere incondizionato del padrone e la conferma di un rinnovamento totale della struttura del sindacato. E dati non trascurabili sul piano immediato: basti ricordare le 30 lire orarie di aumento ed i 16.000 passaggi dalla 3• alla 4• categoria. E quindi, anche se la direzione Fiat si è pubblicamente dichiarata abbastanza soddisfatta del risultato che « non intacca gli elementi di efficienza aziendale» (Cuttica), ha forse ragione Bruno Trentin ricordando che ci proponevamo,infatti, non di inventare un modo nuovo di fare l'automobile [ ...] ma di forzare la strada verso una trasformazione graduale della organizzazione del lavoro, conquistando nell'immediato condizioni di lavoro più umano e estendendo un controllo sindacale e operaio che rcndcssc possibili altri miglioramenti in futuro, e che da questo punto di vista la Fiat aveva perso « non solo e non tanto una vertenza sindacale quanto e soprattutto una politica » "· Persino il « Manifesto », pur nella pregiudiziale valutazione polemica, osserva che"l'accordo presenta anche elementi positivi e che « si è precostituito un terreno che può favorire l'esprimersi 88 Biblioteca Gino Bianco
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