zazione capitalistica del lavoro è il risultato di un processo che ha visto via via superate le primitive impostazioni. Cosl dalla politica di monetizzazione, rappresentata dalle rivendicazioni di « indennità di posto » e simili, nella quale si ricercavano elementi « oggettivi » per quantificare le condizioni di rischio, nocività o disagio legate ad un certo posto di lavoro e tradurle in una scala monetaria, si è passati prima al rifiuto di accettare le condizioni nocive e quindi ad esigerne l'eliminazione dalla fabbrica ( « la salute non si vende! » ). Ciò significava già un passo verso un'esigenza di potere sulle condizioni di lavoro, specie quando si sottolineava la necessità della non delega allo specialista e si affermava che « la denuncia del gruppo operaio interessato [ ...] resta ancora la misura più scientifica che possiamo immaginare » 9 • Di qui è immediato il passaggio a superare il concetto di nocività in senso stretto, e quindi ad affrontare il problema della fatica soggettiva col criterio della « validazione consensuale » cioè della valutazione autonoma del gruppo operaio. Se questa deve essere rispettata, è inevitabile un intervento sull'organizzazione del lavoro ed un intervento non limitato a rivendicare una volta per tutte un'organizzazione diversa, ma costituito piuttosto da una capacità continua di intervento , di contestazione delle condizioni create dal padrone e dal potere, di imporre le scelte operaie in termini di condizioni da realizzare, di ritmi, ecc. -L'organizzazionecapitalisticadel lavoro. Nell'industria capitalistica attuale l'organizzazione del lavoro non è più, strettamente parlando, aderente agli schemi di Taylor, ma risente tuttavia profondamente dell'impostazione tayloristica. Le dif. ferenze principali consistono nell'attenzione ai problemi del ritmo e della regolarità del Busso di produzione, più che nella massima intensificazione individuale e nel riconoscimento che per mantenere funzionante il meccanismo produttivo è necessario sollecitare una qualche forma di adesione del lavoratore. Questa viene tuttora prevalentemente ricercata attraverso il circuito esterno retribuzionetempo libero-consumo, ma è ormai chlaro che ciò non è sufficiente ed occorre qualche elemento che possa allentare, se non risolvere, le. tensioni che sorgono sul luogo di lavoro. È su questo riconoscimento che si sono impostate le utilizzazioni della psicologia aziendale e delle relazioni umane (scarsi d'altronde, pur fra tanta letteratura, i tentativi di applicazione seria in Italia, fra cui faceva 73 Biblioteca Gino Bianco
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