Classe - n. 7 - luglio 1973

caso compivano un ribaltamento quasi esclusivamente nominalistico, valorizzando quali componenti della professionalità proprio quelle caratteristiche del lavoro che lo rendevano più disumanizzato e frustrante e che d'altronde non proponevano l'acquisizione di alcun « patrimonio » di conoscenze né teoriche né pratiche; nell 'altro accettavano la qualificazione come privilegio di un numero limitato di lavoratori, rimandandone la scelta ad una selezione effettuata prevalentemente attraverso le strutture scolastiche. Non la davano soprattutto perché non facevano posto all'idea di un potere di base che andasse oltre il controllo dell'applicazione delle norme pattuite e del loro rispetto da parte padronale, proprio mentre da parte operaia la classificazione era sempre più vista come una delle componenti della condizione globale di lavoro e su questa si voleva conquistare un potere reale. Ed è proprio dal momento in cui il problema delle qualifiche si salda con la contestazione dell'organizzazione capitalistica del lavoro, che si apre la possibilità di superare le contraddizioni prima accennate e di formare una proposta di lotta. Andiamo cioè verso un'ipotesi - dice Elio Giovannini -, che a me pare poi l'unica realistica: quella di I leggere' l'iniziativa sindacale sulle qualifiche come un pezzo, importante ma abbastanza definito e limitato, di una linea generale che cammina nel senso dell'intervento sull'organizzazione del lavoro, e di cui il punto di attacco delle qualifiche ~ solo un momento che rischia di divenire incomprensibile se non è visto in un contesto di proposta rivendicativa complessiva che affronti le questioni dell'ambiente di lavoro, dei ritmi di lavoro, dell'orario di lavoro, dell'organizzazione capitalistica del lavoro 8• Ancora una volta sono le lotte del '68-'69 a porre sul piano pratico le premesse della svolta. In queste lotte l'attacco all'organizzazione capitalistica del lavoro diveniva esplicito soprattutto in due aspetti: la spinta egualitaria e l'attenzione ai problemi dell'ambiente di lavoro. La spinta egualitaria è stata la caratteristica di fondo di quelle lotte. Espressa nella piattaforma contrattuale del 1969 soprattutto come aspetto salariale - l'aumento in cifra uguale per tutti, che liquidava sia la linea degli aumenti proporzionali sia l'allargamento della fascia parametrale - non si limitava ad esprimere la constatazione del crescente livellamento degli operai, ma era in realtà il risultato di una serie di componenti, molte delle quali hanno avuto valore determinante nel permetterle di imporsi sull'atteggiaBiblioteca Gino Bianco 71

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