non aveva comunque molte possibilità di sviluppo. Infatti il carattere apparente e strumentale di molte delle clifierenziazioni esistenti nella fabbrica (non tuttavia di tutte ; va ricordato che la divisione capitalistica del lavoro non può ridursi ad un mero espediente di gestione del personale) diveniva sempre più chiaro, e sopratruto il peso prevalente che assumevano ormai nel movimento gli operai comuni, di linea, cominciava a produrre una insofferenza verso il moltiplicarsi delle suddivisioni ed a tradurre quella constatazione in una forte spinta egualitaria. D' altro canto, esiste, restando all'interno dell'attuale organizzazione capitalistica del lavoro, la possibilità di legare la quali1ica ad una professionalità non solo apparente? Per un tentativo di questo genere non si presentavano - ripetiamo, restando all'interno dell 'attuale organizzazione - che due vie: o considerare come valore professionale la capacità di adattarsi all'organizzazione del lavoro della fabbrica capitalistica oggi (capacità di compiere operazioni semplici a ritmo sostenuto e costante, capacità di adattars i rapidamente al cambio di mansioni con operazioni equivalenti), o assumere come riferimento quelle nuove mansioni richiedenti una preparazione specifica che si possono effettivamente identificare in alcuni casi, in corrispondenza all'applicazione delle tecnologie più moderne, in mezzo al più generale quadro di frammentazione apparente e di omogeneizzazione di sostanza delle caratteristiche della prestazione lavorativa. Va notato che si tratta in quest'ultimo caso di forme di professionalità che si differenziano dalle vecchie, sia in quanto si riferiscono prevalentemente ad att ività indirette, cioè non immediatamente connesse con il flusso della produzione, sia in quanto si fondano per la maggior parte più su una preparazione di tipo scolastico che sull'apprendimento pratico di officina. Optare fra queste alternative si ricollega chiaramente ad una scelta passiva, almeno nel medio periodo, fra le due ipotesi limite della tendenza alla massima dequalificazione o di una riquali1icazione di nuovo tipo come conseguenza del processo di sviluppo tecnologico lasciato alla sua spontaneità. Ma, a parte la questione della validità di questo discorso sulle tendenze spontanee, sulla quale ritorneremo, ambedue le alternative non davano in realtà risposta alla domanda operaia che si era venuta formando sul tema delle qualifiche. Non la davano perché riconducevano ancora la classificazione ad una descrizione di ciò che avveniva, o si supponeva sarebbe avvenuto, nella fabbrica per iniziativa dei padroni . Non la davano perché in un 70 Bib lioteca Gino Bianco
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