Classe - n. 7 - luglio 1973

alla dichiarata esigenza di valorizzazione delle qualità e capacità personali. Intanto sull'altro versante il padronato tentava di procedere allo smantellamento totale, pratico o addirittura esplicito, della vecchia struttura classificatoria, partendo dalla negazione di ogni professionalità « ex ante » del lavoratore 4 e quindi di ogni patrimonio personale acquisito per riferirsi esclusivamente alla mansione di fatto. È a questo tentativo che si riallaccia per esempio il diffondersi, fra la fine del '50 e gli inizi del '60, delle esperienze di « job evaluation », successivamente liquidate con la ripresa del movimento. Va però osservato che « la job evaluation in Italia non aveva una grande fortuna, non tanto per l'opposizione sindacale, quanto per la convinzione padronale di poter manipolare il sistema tradizionale delle qualifiche, senza sottomettersi a un sistema di classificazione che, per quanto dominabile da parte dell'azienda, presentava, una volta installato, un vincolo di relativa razionalizzazione e di trasparenza nelle retribuzioni » 5 • Le conseguenze di fatto della nuova organizzazione capitalistica del lavoro si combinavano con gli effetti della politica padronale volta a dividere i lavoratori per integrarli, creando una situazione in cui al livellamento effettivo della maggior parte della forza-lavoro faceva riscontro una esasperata differenziazione individuale in termini salariali e in parte anche di livelli di qualifica e di « status ». È a questo punto che inizia anche da parte del sindacato la fase demolitoria cui abbiamo accennato; ma fino alla svolta del '68-'69 essa risente di una certa difficoltà ad affrontare direttamente l'organizzazione capitalistica del lavoro in termini antagonistici. Inseguire la differenziazione prodotta dai padroni sottolineando anche « l'apparenza di mestiere che compare nelle stesse applicazioni delle nuove tecnologie» (come la chiama Garavini), ha condotto ai tentativi di ritrovare una corrispondenza classificazionelavoro attraverso lo sventagliamento delle qualifiche (con i contratti dei metalmeccanici del '63 e del '66 prima la categoria degli operai comuni e poi quella degli specializzati vengono suddivise in due livelli) 6 • Ma questa linea, che continuava nell'aspetto « antiegualitario » quella di difesa del mestiere tradizionale (alla quale del resto si è parzialmente sovrapposta in senso non solo cronologico), se nasceva dall'ipotesi « che le classificazioni allora vigenti, sia per il numero delle qualifiche, sia per i rapporti · salariali troppo contenuti, non fossero più rappresentative di tutta la gamma delle nuove specializzazioni professionali derivanti dal progresso tecnologico » 7 , 69 Biblioteca Gino Bianco

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