zioni, e questo in un periodo in cui venivano velocemente a cadere le varie limitazioni alla mobilità internazionale di capitali e di merci. Inoltre per la maggior parte dei paesi, e specialmente per quelli di più vecchia industrializzazione, si assisteva, probabilmente per la prima volta nella loro storia, ad una ininterrotta crescita del salario reale dell'operaio e, di conseguenza, ad un sostanziale miglioramento del tenore di vita e delle condizioni sociali della maggioranza della popolazione, mentre i tassi di disoccupazione erano, per tutti i paesi considerati, i più bassi mai conosciuti; ed anzi, non solo le tradizionali correnti emigratorie oltreatlantico si erano praticamente interrotte, ma ad esse si erano sostituite correnti in senso inverso, dall'Africa e l'Asia verso l'Europa Occidentale e dal Messico verso gli USA. Il tutto nell'ambito di una sostanziale stabilità monetaria, a partire dalla fine della guerra di Corea. Nonostante i numerosi tentativi di interpretare questo « miracolo » - e ancora di più quello, malinconicamente tramontato, del decennio successivo -, e gli altrettanto numerosi parametri proposti per spiegarlo (sforzo per la ricostruzione postbellica, allargamento degli scambi internazionali, stabilità della moneta di scambio internazionale, int ervento dello stato, attraverso le più svariate pratiche, dirette ed indirette, per sostenere l'economia ecc.), sembra che alcuni fenomeni, che affondano prevalentemente nella composizione di classe nei paesi considerati, siano passati completamente sotto silenzio 2 • A noi pare importante richiamare l'attenzione su almeno uno di questi elementi, la « grande crisi» del '29: la quale, grazie ai suoi rivolgimenti economici ma soprattutto politici, aveva avuto un impatto senza precedenti sui vari governi borghesi; aveva palesato come Io sviluppo economico avutosi sino allora urtava, prevalentemente e periodicamente , su una ristrettezza strutturale del mercato interno ad ogni paese capitalistico avanzato, nonché su una straordinaria rigidità degli sbocchi internazionali (dovuta all'esistenza degli • imperi coloniali), per cui le crisi si ripercuotevano velocemente da un paese all'altro, approfondendosi ed allargandosi. M. Dobb 3 ha cosl schematizzato il modello teorico di funzionamento delle economie capitalistiche che dovevano essere travolte nella « grande crisi »: a) in primo luogo un elevato grado di monopolizzazione e, dunque, ~n elevato divario fra costi e prezzi, con la conseguenza che 4 Biblioteca Gino Bianco
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