l'appropriazione di questi, all'interno del processo lavorativo, da parte del proletariato 36 • L'incapacità dimostrata dalla borghesia nazionale italiana nel resistere alla concorrenza internazionale - se non attraverso la pura e semplice torchiatura dei suoi operai - ha dimostrato, infine, la superfluità di questa classe: il processo di trasformazione del subimperialismo italiano dall'ultimo degli sviluppati al primo dei sottosviluppati ed il contemporaneo blocco del processo di riproduzione sociale, può essere risolto esclusivamente traendo tutte le conseguenze da una situazione di crisi dell'impresa che è l'elemento di congiunzione fra il « vecchio » e « nuovo » capitalismo italiano, la cerniera che collega l'Italia per un verso al mondo capitalisticamente sviluppato e, per l'altro, a quello capitalisticamente in via di sottosviluppo 37 • Sintetizziamo, in conclusione, le contraddizioni risultanti: a) una stru ttura di capitale (industriale) sempre più dominata dalla rendita , dal controllo americano e tedesco, sempre assurdamente frammentata e quindi stagnante, votata sempre più all'inefficienza capitalistica, all'obsolescenza tecnica, allo spreco delle risorse (il caso della Montedison non è un'eccezione, ma la regola); b) una struttura di capitale (finanziario) orientata unicamente all'investimento speculativo, in particolare all'estero, e prevalent emente preoccupato, in Italia , di conservare le rispettive zone di influenza; il prevalente investimento privato si rivolge non nell'industria, ma nell'edilizia e sull'eurodollaro; e) corrispondentemente la struttu ra sociale produce più disoccupati e marginalizzati che occupati: l 'Italia ha uno dei tassi di popolazione attiva più bassi del mondo, una forte emigrazione di forza-lavoro, una crescente disoccupazione (o meglio non-occupazione) qualificata (laureati e diplomati): anche qui vi è un crescente spreco di risorse e distruzion e di forze produttive; d) il capitale pubblico asseconda e rende coerenti le scelte (obbligate) del capitale privato, da un lato assicurandogli condizioni di estremo favore (es.: acciaio, benzina, autostrade per la FIAT), dall'altro dandogli la necessaria copertura finanziaria (IMI, GEPI ecc.). Ogni periodo di crisi e ristrutturazione capitalistica segna sempre più, in Italia , un'avanz ata del capitalismo di Stato che tende a subentrare nei settori abbandonati dal capitale privato. In questa fase (che chiameremo post-keynesiana) il capitalismo di Stato è costretto ad impegnarsi in imprese direttamente produttive, taglian55 Biblioteca Gino Bianco
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