i: noto, si verifica nei principali paesi imperialisti, USA in testa: al tramonto delle condizioni che resero possibile lo straordinario 1Viluppo neocapitalistico, non dovrebbe stupire che gli effetti comincino a farsi drammaticamente sentire proprio in quel paese che i: stato incapace di portare fino in fondo le scelte neocapitaliste e neocoloniali. Negli stessi paesi del MEC il venir meno delle eccezionali condizioni che favorirono il loro sviluppo - e l'accrescersi della concorrenzialità che impone maggior « razionalizzazione » ed « efficienza » - comincia a provocare sintomi di crisi nella struttura del mercato del lavoro anche al loro interno. Se, infatti , la domanda di emigrati a basso prezzo è sempre consistente, seppur maggiormente limitata di quella degli anni addietro, la domanda di personale qualificato « indigeno » tende piuttosto a ristagnare: anche qui è ai suoi inizi la contraddizione fra il meccanismo sociale di formazione della forza-la~oro - ed in particolare la scolarizzazione di massa - ed una domanda « privata » sempre più cedente. In Italia questo tipo di contraddizione, già esploso, ha determinato l'incepparsi del meccanismo di riproduzione delle classi sociali. In breve: l'andamento del mercato del lavoro in Italia è segno particolarmente chiaro del blocco nello sviluppo delle forze produttive imposto all'economia dal dominio borghese. Il blocco è evidenziato dalla stagnazione dell'occupazione, dalla diminuzione della popolazione lavoratrice e attiva; l 'anarchica sociale che tale blocco esprime è nello spreco di forza-lavoro quali.fìcata, in particolare dei giovani laureati e diplomati, nella crescente inefficienza sociale dell'apparat o produttivo e distributivo nazionale, nell'accentuato processo di disgregazione dualistica che, partito dall'interno del blocco dominante capitale-rendita investe oggi tutta la struttura sociale italiana. Ma l'andamento del mercato del lavoro esprime il blocco di una sola delle forze produtt ive, seppure della fondamentale. La gravità della crisi apparirà in tutta la sua luce accennando brevemente anche ad un'altra componente, quella relativa alle imprese. Vari organi di studio della borghesia (dall'Istat alla Mediobianca, dall'Assonime alla Banca d'Italia) hanno messo in particolare evidenza la situazione di crisi in cui versano le maggiori imprese italiane:" i casi della Pirelli, della Montedison, della Zanussi - e l'incipiente crisi Fiat - sono troppo noti per poter essere qui ripresi. Nonostante la straordinaria uniformità - a danno delle classi lavoratrici - che la distribuzione del reddito dimostra nel caso 53 Biblioteca Gino Bianco
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