Classe - n. 7 - luglio 1973

a quelli che sono sul mercato, e di mtno invece per gli altri settori della forza lavoro. In tal modo il rapporto di forza sarebbe stato modificato a favore della classe operaia occupata che, nonostante l 'aumento dell'esercito industriale di riserva non solo non vede indebolite le sue capacità contrattuali, ma, al contrario, può portare il suo attacco direttamente al processo di sfruttamento che vige in fabbrica (ritmi, cottimi, quali.fiche, nocività ecc.). Se inquadriamo le osservazioni cli Paci e Meldolesi nel contesto più generale della collocazione internaziona le della borghesia italiana e della sua struttura di potere interno, esse perdono gran parte della loro contraddittorietà: è importante, infatti, sottolineare come l'andamento del mercato del lavoro non è, all'interno cli un sistema capitalistico, una « variabile » indipendente, ma è dipendente dalla collocazione internazionale cli un paese - la sua posizione nella divisione internazionale del lavoro - e dalla struttura interna dell'apparato industriale. Ma, a sua volta, attraverso il meccanismo delle variazioni del salario, il mercato del lavoro torna a far sentire la sua importanza funzionale sull'intero sviluppo economico. Orbene, i due autori sopracitati hanno riconosciuto che il punto cli svolta nella struttura italiana del mercato del lavoro si coglie negli anni '63- '65: la forte caduta degli investimenti , l' apertura crescente sull'estero nella produzione di beni di consumo e la progressiva sostituzione del mercato estero rispetto a quello interno come polo di accumulazione, hanno reso fortemente disomogenea la domanda del lavoro. Ciò ha portato ad un'ancora maggiore polarizzazione dei centri di accumulazione interna, non solo verso il nord, ma anche selettiv amente all'interno del « triangolo». Abbiamo assistito cosl alla funzionalizzazione di ogni area nei confronti di una rigida divisione del lavoro, e dei mercati esteri: la crisi, economica, occupazionale e sociale, cli aree come la Liguria 31 o il biellese - cosl come la creazione di « poli di sviluppo » nel sud -, rappresentano bene la significativa « omogeneizzazione » di nord e sud nel progressivo processo cli stagnazione e sottosviluppo dell'economia nazionale. lit una società come quella italiana - agli inizi di un processo di sviluppo neocapitalista -, l 'offerta cli lavoro è dominante e, per di più, inegualmente distribuita nell'arco nazionale; ciò ha fatto sl che, come ha notato Dell 'Aringa « i salari monetari hanno mo51 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==