dei pagamenti, questo paese deve sviluppare un'adeguata corrente d'esportazione. È chiaro, a questo punto, come le esigenze di produttività sui mercati stranieri impongano un accelerato processo di adeguamento tecnologico di quelle imprese che devono competere su questi mercati, mentre per le imprese intere ssate solo nel mercato interno, questo problema è assai meno impellente. Le imprese esportatrici devono sviluppare la produzione di prodotti nuovi, elaborati con tecniche avanzate dal punto di vista della tecnologia: tali tecniche, che aumentano la produttività del lavoro più della media nazionale, permettono alle stesse imprese di poter assorbire facilmente gli aumenti salariali ed, in parte , addirittura sollecitarli . Il dualismo del mercato del lavoro non sarebbe altro, dunque, che un sottoprodotto di una struttura industriale dualistica per l'effetto dell 'inserimento nel mercato mondiale. Il dualismo che caratterizza l 'economia italiana viene cosl a configurarsi non come una coesistenza di settori capitalisti e settori paleo o pre-capitalisti, ma piuttosto come un dualismo di produttività aziendali all'interno di una economia capitalistica squilibrata. Gli autori respingono decisamente la teoria secondo cui i paesi in via di industrializzazione godrebbero di un vantaggio comparato nella produzione di beni primari; al contrario, se il paese vuole effettivamente uscire dal sottosviluppo, deve assicurarsi il vantaggio in qualche branca di produzione particolarmente competitiva sui mercati mondiali. Le conseguenze di questo tipo di sviluppo - il settore delle esportazioni come settore propulsivo - sono tali che se hanno permesso all'economia italiana di demarrare, nel contempo hanno introdotto nel suo interno profondissime contraddizioni. Gli autori si soffermano particolarmente nello studio delle distorsioni nei consumi, criticando efficacemente, anche in questo caso, le teorie marginalistiche che vedono nel consumo il risultato delle scelte psicologiche del consumatore. Al contrario, la struttura dualistica indotta da un tipo di sviluppo basato prevalentemente sulle esporta- _ zioni, ha determinato una stratificazione di redditi, da un lato, e • di prezzi dall'altro, che hanno condotto alle attuali distorsioni di consumo (particolarmente evidenti se si tenta di confrontare e di misurare le diete alimentari degli italiani con quelle degli altri paesi capitalistici). L'incapacità della borghesia industriale italiana a reggere la concorrenza tecnologica degli altri paesi imperialisti - e cioè passare dalla. produzione ed esportazione di beni di consumo a quella 38 Biblioteca Gino Bianco
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