Classe - n. 7 - luglio 1973

democrazia, borghese, è superarla, costruire una «de mocrazia» diversa, socialista. 5. La parola d'ordine « svolta democratica» indica alla lotta delle masse, essenzialmente, l'obiettivo : il Partito comunista al governo. Questo obiettivo (a condizione che sia chiara ed esplicita la sua natura relativa e intermedia) è giusto sotto un duplice aspetto. In primo luogo, è giusto in quanto adeguato (non troppo arretrato, non troppo avanzato) al livello presente della lotta di classe in Italia. In secondo luogo, è giusto nel senso che è un obiett ivo meritevole di essere raggiunto. Uno Stato , il cui governo trovi appoggio nel fronte unito delle masse popolari diretto dalla classe operaia, anche se per le sue condizioni sociali ed economiche, per la sua struttura politico-giuridica, resta uno Stato di carattere democraticoborghese, « difierisce tuttavia per le sue condizioni politiche concrete dalle repubbliche borghesi in generale » (Mao Tse-tung). Uno Stato, democratico-borghese sl, ma diretto da un partito operaio, consentirebbe le migliori condizioni possibili per lo sviluppo ulteriore, e in senso direttamente socialista, della lotta. Solo uno Stato di questo tipo, inoltre , potrebbe realizzare quelle riforme (« di struttura » ), che concluderebbero la tappa democratico-borghese della rivoluzione. Quest'ultimo punto va chiarito. Secondo una certa corrente storiografica, in It alia la borghesia avrebbe lasciato incompiuta la sua rivoluzione, nel senso che il modo capitalistico di produzione si sarebbe amalgamato con « residui » di modo di produzione feudale (esempio: rendita), anziché eliminarli. (Questa opinione va spesso accoppiata all'altra secondo cui l'Italia non sarebbe un paese imperialista, ma soltanto un paese subordinato all'imperialismo USA.) Ne deriverebbe, per il proletariato, la necessità di far proprio tale compito storico della borghesia, a cui però essa si dimostra incapace. Tale opinione è inaccettabile. La rivoluzione borghese può considerarsi compiuta una volta che il modo capitalistico di produzione è dominante e che la borghesia detiene il potere politico. Nella formazione sociale italiana sono presenti (già da un po'!) entrambe queste condizioni. Chi direbbe che, a causa degli schiavi, negli Stati Uniti del secolo scorso vigeva ancora un « residuo » di modo di produzione schiavistico? Chi direbbe che non vi è mai stato nemmeno un « compiuto » feudalesimo nel mondo, dato che la schiavitù non ha mai cessato di esistere fino ai giorni nostri? Nes393 Biblioteca Gino Bianco

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