parole d'ordine in esame. Infatti, essa indica alle masse la lotta per avere « più ,. democrazia, per superare « i livelli di democrazia • fin qui raggiunti, ma, di contempo, lascia intendere che « più ,. democrazia per le masse sia ottenibile entro l'ambito delle istituzioni borghesi. Lascia intendere, cioè, che la democrazia borghese possa evolvere in una democrazia diversa, per le masse, possa superare se stessa senza cambiare il suo segno di classe, senza essere - come si diceva prima - distrutta e sostituita da una democrazia operaia. Non fa meraviglia allora che una democrazia « più larga ,. sia identificata con un rinnovato (?) potere reale al Parlamento; con il moltiplicarsi di organi dello stesso tipo (parlamentari, diremo riassuntivamente), quali le Regioni, le « autonomie locali », i Consigli di quartiere, i « parlamentini » studenteschi nelle università, ecc.; e con la loro autonomia dagli organi (parlamentari e governativi) centrali. Questi organi - « democratici » in un solo e inequivocabile senso: quello « borghese » - sono viziati nella loro propria composizione, struttura, e organizzazione, nel loro funzionamento; mai e poi mai possono costituire la forma politico-giuridica del potere di un'altra classe che la borghesia, mai e poi mai possono diventare il « migliore involucro » per la dittatura del proletariato. In breve: l'unico reale allargamento per le masse della democrazia è la sua abolizione, l'instaurazione della dittatura proletaria. Questo non vuol dire che la parola d'ordine « dittatura del proletariato » possa e debba essere proposta oggi: non solo perché non corrisponde al livello di coscienza delle masse, ma anche perché si risolverebbe in un tentativo avventuristico di dividere le masse, di mandare la classe operaia allo sbaraglio, isolata e con forze insufficienti, votandola alla sconfitta. Tuttavia, l'abbandono della teoria (non dico della parola d'ordine) della dittatura proletaria, la sostituzione ad essa di una fantomatica teoria della « riforma dello Stato »; l'abbandono, anche, da parte di alcuni della propaganda ideale per il socialismo e per lo Stato socialista, e la sostituzione ad essa della propaganda per i valori « assoluti ,. della democrazia; il mancato impegno per la costruzione di istituti proletari di potere politico; sono tutti fatti che tendono a conferire ad una parola d'ordine ambigua ( « allargamento della democrazia ,.) un s~nificato univoco non-socialista. Nell'enunciare questa parola d'ordine deve, perciò, essere sempre chiaro ed esplicito che il solo modo per fare più ampia questa 392 Biblioteca Gino Bianco
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