Classe - n. 7 - luglio 1973

allargarsi in azioni di massa. Un fatto però da osservare, che è spiegato in parte dall'accettazione generale da parte della classe operaia del ruolo del padrone, è il permanere a Valdagno delle cosiddette aristocrazie operaie. La tradizionale forma di dignità che contrapponeva, su un piano di presunto equilibrio, la posizione del- • l'operaio con quella del padrone, precludeva ai singoli qualsiasi possibilità di arrivare ad una coscienza di classe, nonché di rifarsi ad organismi rappresentativi dell'intera comunità operaia per rivendicare le proprie richieste o per lo meno l'assolvimento dei diritti più elementari. Pertanto il mantenimento del fenomeno dell'aristocrazia operaia si risolveva in una corretta contrapposizione di idee, che mai degenerava, né da una parte né dall'altra. (Sintomatico il fatto, richiamato dall'operaio appena citato, che nonostante fossero « i più rivoluzionari » riescono a parlamentare con Marzotto e continuano a mantenere la loro posizione di lavoratori all'interno della fabbrica e pure la loro qualifica di rappresentanti operai.) Si osserva cosl, a questo punto, ma lo si potrà constatare anche più tardi fin quasi agli anni Sessanta, che questa generazione operaia ha fatto propria (anche sulla base di fondamentali criteri di classe: questi sono operai comunisti e socialisti) la particolare forma di correttezza che mai deve degenerare in occasioni di lotta e scontri violenti e di massa. Con questo però non si vuole asserire che mai gli operai valdagnesi abbiano accettato lo sciopero o la lotta generalizzata, in nessuna occasione. Piuttosto, ed è avallato proprio dalle caratteristiche di tali lotte, si sceglieva questa via in extremis, quasi • per costrizioni contingenti, e soprattutto sempre in risposta a sopraffazioni attuate o tentate nei loro confronti. Lo sciopero era considerato quindi non una forma di espressione di massa di esigenze generali, bensl un mezzo di difesa per bloccare la tracotanza padronale. Nel '44 ci fu uno sciopero generale dello stabilimento (collegato fra l 'altro ad una situazione nazionale) per protestare contro la deportazione in Germania di operai e macchinario; ha poca importanza (o ne ha invece moltissima), che lo sciopero sia stato di un solo giorno, mentre altri due furono di serrata, cosl che gli operai vennero a perdere tre' giornate di lavoro. L'importante è sottolineare come gli operai si siano mossi sotto la minaccia di essere deportati o, nel migliore dei casi, di perdere il lavoro. Unitamente a ciò gli operai, assieme ai partigiani, si preoccuparono di salvaguardare gli impianti e i macchinari anche più tardi, quando Marzotto era lontano da Valdagno, cosl che i tedeschi furono costretti 342 Biblioteca Gino Bianco

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