regime; essa ha come risultato principale la difficoltà degli approvvigionamenti per quelle industrie che basano la loro produzione su una materia prima di importazione. Ecco allora i vari surrogati introdotti al fine di poter rendere autosufficienti le industrie italiane. Nel ramo tessile si studiano varie possibilità di introdurre altre fibre sintetiche al posto della lana. La Marzotto però ancora una volta si pone all'avanguardia in quanto riesce a produrre, attraverso un accordo con la SNIA, dei tessuti misti di lana e lanital. Ma anclie queste minime difficoltà sono presto superate; si avvicina una nuova possibilità di impiego altamente produttivo della propria produzione: la II guerra mondiale. La Marzotto diventa industria militarizzata per la produzione di panni militari, continuando cosl a lavorare a pieno ritmo . Durante la ritirata tedesca, quando Marzotto era all'estero, furono gli operai, con l'aiuto delle brigate partigiane della zona, a salvare la fabbrica, impedendo ai tedeschi di portare via le macchine o di distruggerle 74 • La classe operaia valdagnese. Agli inizi degli anni venti, con la posmone di forza instaurata dal nuovo regime, Gaetano Marzotto, protagonista del cambio di gestione del Lanificio, prende lo spunto per affermare il suo ruolo di riformatore iniziando un rinnovamento della tradizione per quanto riguarda i rapporti con i suoi operai. Quasi prevenendo la politica « del bastone e della carota », egli si adopera a mostrare alle maestranze la sua fisionomia di « buon •• padrone » e « padre », purché da parte loro l 'asservimento, l'obbedienza e la disciplina siano totali; in caso contrario, la repressione sarà drastica. È sintomatico che il primo atto del nuovo padrone sia di eliminare le frange più politicizzate del movimento operaio, che durante le lotte del Ventuno si erano rese coscienti, se non della posizione di nemico di classe del Marzotto, per lo meno della sua qualità di despota autoritario. Certo queste avanguardie non erano arrivate ad una piena coscienza di classe e della necessità di una lotta veramente rivoluzio)1aria,ma nel feudo valdagnese bastava molto meno per suscitare le ire del signorotto. È per questo che iniziano in questo periodo le falcidie dei « capi » o per lo meno degli operai che meno si adattavano alle imposizioni padronali, e la conseguente costrizione a lasciare non solo il lavoro, ma la casa e addirittura il paese ". 338 Biblioteca Gino Bianco
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