Classe - n. 7 - luglio 1973

Questo disegno di Marzotto continua pure nel dopoguerra attraverso un piano di ristrutturazione che si attua a vari livelli, non solo attraverso la diminuzione dei salari, ma anche aumentan do il carico di lavoro, licenziando gli operai o mettendoli in congedo, anticipando cosl soluzioni che il capitale in generale adotterà nel momento di maggior crisi, cioè nel '21. Se da parte di Marzotto si può riscontrare una conformità di condotta con il capitalismo più avanzato, il proletariato valdagnese ri sponde con sporadiche lotte tutte di tipo difensivo, che non si collocano nel movimento generale che interessa la classe operaia italiana, che portava avanti contenuti ben più radicali. L'alternativa alla linea e ai programmi marzottiani non poteva nascere e svilupparsi in questo periodo da parte della classe operaia valdagnese per delle condizioni reali con cui doveva scontrarsi, e cioè l 'isolamento geo-politico di Valdagno, e per delle condizioni soggettive proprie di una classe operaia disorganizzata, divisa e politicamente isolata. La posizione privilegiata di unico datore di lavoro dava al Marzotto ampio potere di manipolazione, nel senso che qualsiasi minaccia di aggravamento della già precaria situazione degli operai veniva ad assumere una rilevanza macroscopica, appunto per la condizione realmente misera e proletaria in cui essi vivevano. Le armi usate dal Marzotto per contrapporsi, dall'alto della sua egemonia, alla classe operaia costretta a subire senza fiatare le sue angherie, saranno sempre quelle della diminuzione salariale e occupazionale, perché le condizioni salariali erano appena al livello di sussistenza e perché la manodopera licenziata non aveva la possibilità di trovare altra occupazione se non emigrando. La possibilità di poter attingere all'intera comunità (se non a tutta la vallata) come esercito di riserva, gli permette quindi di ricattare la massa operaia, di asservirla, e di farle accettare passivamente questa sua condizione di subordinazione . L'immagine di una « serenità » valdagnese come eccezione nazionale, portata avanti da tutta una letteratura apologetica marzottiana, e rutta una filosofia fatalistica sulla condizione e sul ruolo operaio da parte del clero, riescono ad isolare la massa operaia, negandole la possibilità di sentirsi partecipe della comune problematica proletaria e negandole di conseguenza ogni volontà di lotta. Oltre alle condizioni oggettive, si possono individuare delle caratteristiche intrinseche alla massa operaia, come la posizione individualista, che le impedisce di avere una visione comune dei propri problemi 53; questo porta alla mancanza di coscienza di classe e quindi alla disorganizzazione. E certo non risolve tale carenza di Biblioteca Gino Bianco 331

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