Classe - n. 7 - luglio 1973

Quello che posso dirvi è che tutto ciò non è vero. A Biella i tessitori stanno molto, ma molto meglio che a Valdagno [ ...] I tessitori e le tessitrici pannilana lavorano con un solo telaio eccetto che nella fabbrica Cerotti, dove su molte tessitrici solo 10 lavorano con due telai. I tessitori e tessitrici che lavorano di giorno, guadagnano una media di L. 3,.50 e più al giorno, e quei tessitori che lavorano alla notte guadagnano due centesimi in più per ogni mille colpi tessuti, di quelli che lavorano di giorno. E con tutto ciò qui a Biella, si può dire che quasi ogni giorno vi siano vertenze fra Camera del Lavoro e industriali, le quali sono sempre composte onorevolmente con continuo aumento del salario per gli operai. Qui l'industria è condotta con metodi intelligenti e severi, ma tuttavia l'operaio gode una libertà di coscienza che a Valdagno certo il povero tessitore e la povera tessitrice non possono godere". Ancora più grave risulta quindi la posizione degli operai valdagnesi, propdo per il fatto che essi partecipano, senza averne coscienza, al consolidamento di quei rapporti di potere attraverso cui una classe opprime un'altra classe. Non riconoscendo se stessi come classe e come sfruttati, daranno modo al capitalista valdagnese di continuare e consolidare sempre più la propria forza e la posizione di unico « padrone » della comunità. Ma quello che soprattutto rende più grave la posizione degli operai valdagnesi è l'impotenza a comprendere la loro realtà inserita in un preciso contesto generale, soprattutto in questi momenti di crisi a cui ben presto si affiancherà, aggravandoli, la nuova situazione di guerra. È in questo senso che la prima guerra mondiale segna una nuova, ulteriore sconfitta per il movimento operaio valdagnese. Valdagno aveva vissuto in maniera particolare il periodo bellico in quanto con decreto del 23 maggio 1915 era stata dichiarata, con tutta la provincia, zona di guerra; ciò che porterà alla paralisi della vita politica della cittadina 49 • Marzotto, approfittando di questa situazione, riesce a contenere i salari e, dal momento che la sua industria ha avuto le commesse dei panni militari per l'esercito, può triplicare « i quindici miseri milioni che ante possedeva ... » 50 • Viene in tal modo ad essere uno dei « pescicani », come li definisce il « Visentin », che attraverso la guerra realizzano profitti ingenti, senza che lo Stato abbia mai dimostrato il proposito di frenare tale corsa alla speculazione 51 • Di qtfesta politica economica del Marzotto ci dà notizia ancora il « Visentin »: Durante la guerra le paghe giornaliere erano dalle due alle tre lire per le operaie e i ragazzi, e dalle quattro alle sei lire per gli uomini capi di famiglia ( ...] Nel Biellese il minimo di paga è di 5,25 lire al giorno 52. 330 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==