Classe - n. 7 - luglio 1973

Il lavoro, tutto a mano, era fatto in genere su comm1ss1one.In un prospetto, pubblicato nel 1881 per le « Faustissime nozze MarzottoDalle Ore », si dice, riferito a tutte le fabbriche, che « i panni riescono bastevolmente buoni, ed hanno un pronto smercio, mentre [la fabbrica] travaglia unicamente per commissione». In una nota è specificato che « le Donne e i Fanciulli lavorano nella materia prima per la tessitura dei Panni stessi mesi otto all'anno. Gli uomini lavorano nei Panni senza interruzione ». Un'altra attività della zona era l'industria del gesso ed anche Luigi Marzotto aveva il suo molino da gesso. Inoltre egli aveva aperto un albergo per accogliere i turisti che affiuivano numerosi, richiamati dalla bontà delle acque della vicina Recoaro. Queste varie attivit& fecero sl, in un certo modo, che Marzotto riuscisse, a differenza delle altre fabbriche del luogo, a continuare la sua attività tessile anche in tempo di crisi. In quegli anni infatti i commerci, soprattutto di esportazione, erano contrastati dalla concorrenza dei prodotti stranieri che venivano venduti a prezzi minori ed inoltre potevano presentare diversi vantaggi, sia per la varietà che per la qualità. Valdagno, come del resto tutta la zona in via di industrializzazione, ne risentl molto; tale situazione era aggravata dalle condizioni tutt'altro che floride dell'agricoltura . Oltre a ciò, nel 1836 Valdagno fu anche, come le altre terre del vicentino, funestata dal colera. L'industria Marzotto riesce però a superare le difficoltà e ormai è rimasta la sola a lavorare la lana. Gli inizi della ripresa sono però modesti. La piccola fabbrica occupa solo 12 operai, e il capitale è valutato in 2.000 lire venete 3 • Ma evidentemente gli affari cominciarono a svilupparsi, se nel1'anno « 1829 addl 1 luglio, arrivò a Valdagno due macchine da Panni, fatte venire da Como dalli fratelli Luigi e Gaetano MarzQtto del fu Francesco e furono messe nella sua casa a S. Lorenzo, detta i Molini di Sotto»•. Queste, nel 1836, furono trasportate in un edificio appositamente costruito, chiamato Lanificio, ove poi sorgerà lo Stabilimento. Tale avvenimento suscitò di certo grande ammirazione nei Valdagnesi, se addirittu ra quel luogo fu chiamato « Contrà Macchina Marzotto », poi cambiato in « Contrà della Fabbrica dei Marzotto » ' . Nel 1839 Luigi Marzotto cede l'impresa ai tre figli: Francesco, Gaetano e Giovanni. La direzione venne affidata a Francesco fino al 1842 e fu poi assunta da Gaetano 6 • In quell'anno la fabbrica conta circa 30 operai che, nel giro di una trentina d'anni, si moltiplicano fino ad arrivare a 400 unità nel 1876 7 • 319 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==