L'operaio inoltre, nella sua doppia attività di operaio-contadino è molto più difficilmente suscettibile di entrare nel nuovo ordine di idee, ed anzi accetta come dato di fatto questo aberrante stato di cose. La sua posizione di piccolo proprietario poi gli fa vivere anche il suo status di operaio in una forma sfalsata, precludendogli la capacità di arrivare ad una più allargata coscienza di sfruttato, ponendolo addirittura in condizioni di quasi parità contrattuale (pur riconoscendo il maggior potere quantitativo dell'« altro») con il padrone. L'industriale dal canto suo non fa che continuare il suo ancestrale dominio, mitigato in una forma di paternalismo che, esercitato solo nei confronti dei singoli, si sviluppa in forme ancora rozze, primitive. Il padrone è il Grande Padre di ogni suo singolo dipendente, lo chiama per nome, sa la storia della sua famiglia, instaura un clima di familiarità ammiccante che volta a volta sembra privilegiare l'uno nei confronti degli altri, mentre di fatto li accomuna in una situazione di asservimento a tutti i livelli. E in quest'opera di assoluto dominio, il potere economico si fa scudo e mezzo di altre forze, prima e più importante il clero. La religione, per l'opera dei suoi ministri, diventa la continuazione e la conferma ideologica del « diritto », totale in quanto « paterno». E tutto ciò è funzionalizzato a rendere ancora più netta la dicotomia tra potere e subordinazione. Cosl pure altre figure sociali vengono valorizzate, tentando di renderle funzionali in un mondo in continuo mutamento: la famiglia soprattutto (che in un secondo momento, di paternalismo avanzato, verrà addirittura allargata in una figura comunitaria) e poi la patria, la proprietà privata (che per quanto piccola è sempre importante in quanto simbolo, segno del potere). Si assiste quindi ad una generale mistificazione che, sulla base di falsificazioni culturali, sovrastrutturali, riesce ad imporre una realtà, un condizionamento quantitativo, economico. A questo primo livello, arcaico, di paternalismo, l'industriale non abbisogna ancora del consenso, è di fatto vissuto come padrone e unica autorità, identificato come continuazione 4i una figura signorile, diretta derivazione di un mondo a struttura e cultura agricola. Pertanto lo sfruttamento è totale, senza limiti di orario o di fatica e soprattutto senza un adeguato corrispettivo sia monetario che assistenziale. E tale rapporto di potere non si ferma entro le mura della fabbrica, esce a coprire un'area di rapporti comunitari, 316 Biblioteca Gino Bianco
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