lio alla chimica, tutto ciò non compensava la persistente frammentazione produttiva causata dall'ancora insufficiente numero di sbocchi industriali « capitalistici » alla massa proletarizzata cacciata dalle campagne: anzi questa frammentazione troverà proprio nel settore delle officine di riparazione dei mezzi di trasporto un ambiente e condizioni estremamente favorevoli alla sua riproduzione e perpetuazione. Verso la fine del ciclo ascendente si verificò, particolarmente in Piemonte e Lombardia, una tipica strozzatura nel mercato del lavoro: vi fu cioè una grossa carenza di personale qualificato e semiqualificato, sia a livello operaio che a livello impiegatizio. Gli investimenti degli anni precedenti nel settore della scuola e dell'i struzione tecnico-professionale da parte dello Stato erano stati, · particolarmente nel sud, assolutamente carenti: a questa carenza si era sostituita l'iniziativa privata con il proliferare di scuole serali a costi elevatissimi che allontanarono dalla scuola una gran massa di giovani. In tal modo il mercato italiano del lavoro venne cosi a perdere - una volta per tutte - la sua omogeneità: una massa ancora imponente di disoccupati (più di 1 milione), un numero crescente di emigrati, tutto ciò non impediva che si venisse a creare una carenza, di notevoli proporzioni, di forza-lavoro qualificata. Assieme a questo elemento di perturbazione se ne veniva accumulando un altro: la grande industria in fase di espansione aveva moltiplicato i suoi investimenti nella parte settent rionale del paese, più vicina ai mercati di sbocco del MEC; man mano che la produzione cresceva di dimensioni aumentava la domanda di forza-lavoro generica da adibire alla catena di montaggio. Mentre la tradizionale classe operaia settentrionale cercava di trasferirsi in branche di lavorazione più qualificate, a maggiori livelli salariali e con contenuti lavorativi meno faticosi - spesso uscendo da una situazione di proletarizzazione impiantando piccole officine, lavorazioni in appalto ecc. - una massa crescente di lavoratori agricoli strappata dal meridione si inurbava al nord, soprattutto intorno a Torino e a - Milano. - La corsa alla città del nord si trasformò in una corsa all'oro per il grande capitale che scopri nell'attività edilizia e di speculazione fondiaria una fonte straordinaria di guadagno. Ne consegui un vertiginoso aumento degli affitti che contribui a falcidiare i salari della gran massa dei lavoratori. Agli inizi degli anni '60, si erano dunque create le premesse oggettive. per una ripresa · delle lotte operaie, per la rottura del 20 Biblioteca Gino Bianco
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