serva da utilizzare per il rilancio dello « sviluppo ,. capitalistico, ora l'illusione è caduta. La crisi economica (la scelta della borghesia nazionale: sciopero degli investimenti produttivi, speculazioni finanziarie, rendite parassitarie) significa aumento della disoccupazione, ulteriore e accentuata compressione delle forze produttive all'interno di una tendenza, in atto da anni, alla diminuzione del tasso globale di attività della popolazione sia nelle « aree forti » sia nelle zone tradizionalmente depresse . Allora, per la classe dominante, la scolarità di massa ai livelli superiore ed universitario diventa una necessità per limitare le tensioni nel mercato capitalistico del lavoro: infatti nella scuola si vogliono ricacciare una parte delle contraddizioni che appartengono al mercato del lavoro nel suo complesso. Si raggiunge cosl un primo scopo: dividere il quadro delle contraddizioni per poterle affrontare separatamente. Quanto all'università, la classe dominante vorrebbe continuare a demandarne la gestione assolutistica, come da sempre, ai propri « delegati » accademici sulla base di una collaudata e tranquilla armonizzazione tra i loro intere ssi individuali e gli interessi capitalistici. Per questo la logica dell'università e della scuola tutta come « corpo separato » che sfugge a qualsiasi controllo democratico non solo è tuttora garantita dalle leggi fasciste ma è un fondamento di ogni progetto di « riforma » nelle diverse facce del regime corrispondenti alle varie fasi di alleanza tra borghesia nazionale e rappresentanze politiche democristiane, da Gui, a Misasi, a Scalfaro. La costante è: in nome dell'autonomia dell'università e della neutralità dell'insegnamento mantenere il potere accademico come condizione necessaria a perpetuare il dominio sulla scuola. (Quando si dà il caso di « delegati » accademici che, sotto la spinta delle lotte di sede, accettano di mettere in discussione il proprio ruolo storico e istituzionale e quindi giungono a rifiutare di servire ciecamente i mandanti, si apre inevitabilmente un duro conflitto con le gerarchie e il potere centrale: cosl ad Architettura , dove il preside e i sette professori ordinari del Consiglio di Facoltà sono stati sospesi dalle loro funzioni da un ministro della sinistra DC e sottoposti a procedimento giudiziario perché sostanzialmente avevano avuto il torto di accedere ad un dialogo democratico con le altre componenti della Facoltà.) Ma la parte di contraddizioni che si è tentato di isolare nell'università non si è riusciti a contenerla. L'esplosione delle lotte di massa degìl studenti ha messo in crisi la scuola proprio quale luogo istituzionale di riproduzione ,!ella « cultura » e dell'ideo logia bor - 202 Biblioteca Gino Bianco
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