ridividendo i docenti subalterni all'interno delle tendenze politico-culturali su cui ~ costruito il potere accademico 32. Ma è evidente il formarsi di una situazione perlomeno strana, tanto più in quanto questi docenti e i « gruppi » si definiscono portatori di una posizione di classe: la linea della sindacalizzazione, della rivendicazione riduttivamente riferita agli interessi di categoria rifiutando nel contempo un impegno sul che fare specifico della scuola, tende a sanare il contrasto da tempo aperto contro i docenti squalificati, subalterni magari, legati ad ambienti professionistici, disposti ai giochi di potere e invece non disponibili alla lotta per i nuovi contenuti. In realtà la linea, che a ragione si può definire economicistica, va a coincidere con la posizione opportunistica del tipo « scuola dalla minima qualificazione professionale », buona dunque sia per chi rimanda a dopo la rivoluzione la questione della capacità, per la scuola, di produrre conoscenza, sia per chi demanda coscientemente ad essa un ruolo subalterno e degradato nei confronti del mercato del lavoro. Paradossalmente in tal modo i subalterni, costretti a condizioni di lavoro le più arretrate a causa dell'elusione degli impegni da parte del Consiglio di Facoltà e dei meccanismi stabiliti dai rapporti di potere, diventerebbero una corporazione partecipe del piano di riordinamento in senso tradizionale della Facoltà di Architettura. L'altra posizione dei docenti subalterni origina dall'iniziativa di un gruppo consistente che intende promuovere la costiruzione di un fronte non solo di difesa degli interessi materiali di categoria ma di attacco politico contro quell'organizzazione di lavoro che comprimeva le forze produttive, anche dei docenti, e che era coerente con la domanda del mercato capitalistico del lavoro. L'azione indica, attraverso il legame fra organizzazione del lavoro e nuovi contenuti della didattica e della ricerca (conoscenza scientifica in stretto rapporto con i problemi posti dalle lotte di massa), una prospettiva di antagonismo nei confronti della funzione riservata alla scuola dalla borghesia. l,a nuova organizzazione del lavoro che noi proponiamo si colloca nella strategia più generale di mettere le forze produttive in via di qualificazione (non solo gli attuali utenti della scuola, che peraltro sono forze improduttive, ma potenzialmente tutte le forze già impegnate nella produzione) nella migliore condizione rispetto alle leggi che governano il mercato del lavoro. Questo non significa che cerchiamo di fornire la formula migliore perché essi trovino lo sbocco professionale ottimale all'interno di una divisione del lavoro capitalistica data (del resto la proposizione di nuove figure professio195 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==