Classe - n. 7 - luglio 1973

alla massa dei dollari, prevalentemente sui paesi dell'Europa Occidentale e del Giappone, che sono stati obbligati a seguire, dal '60 in poi, costantemente una politica deflazionista al loro interno. In fin dei conti, se ieri i paesi europei - e quindi i contribuenti, ed in particolare i proletari europei - pagavano la sopravvalutazione di fatto del dollaro con uno sviluppo interno frenato, con un pesante carico fiscale e con minori investimenti sociali, oggi gli stessi soggetti pagano le ripetute svalutazioni del dollaro e le fluttuazioni delle monete nazionali. Ma, nel 1973, i termini del rapporto fra le metropoli imperialiste vanno oltre il semplice pagamento dei debiti americani da parte dei loro alleati europei. La struttura produttiva interna del capitale americano (e dei relativi gruppi di potere) è considerevolmente cambiata nel corso degli ultimi 15 anni; ne è risultato un consistente passivo della stessa bilancia commerciale, passivo che ha raggiunto la cifra record di circa 10 miliardi di dollari lo scorso anno. Allo scadere del mandato di Eisenhower fa scena produttiva americana era dominata dall'industria del ferro e dell'acciaio, da quella petrolifera, dalle « 3 grandi » dell'auto. G. Manghetti 14 ha cosl sintetizzato i grandi cambiamenti avvenuti nel tessuto produttivo statunitense sotto i presidenti democratici: Alcuni settori (aeronautico, materiali non elettrici, chimico) sono cresciuti 1 altri (motoveicoli, lavorazioni metallurgiche) hanno segnato il passo o sono stati trascurati. Per aumentare i profitti e la produttività nei settori m espansione - grazie anche ad una politica imprenditoriale assai decisa da parte del Pentagono - si razionalizzarono i processi produttivi, decentrando al massimo (in imprese satelliti) le lavorazioni a più bassa produttività. Tutto ciò provocò non solo una grave strozzatura sia nella distribuzione che nello sviluppo delle produttività e dei profitti fra i vari settori , ma anche l'invasione, da parte delle imprese che producono beni di consumo « superflui » o di « lusso » dell'Europa e del Giappone, del mercato americano. Infatti, visto che tanto all'interno che all'estero, gli americani si erano specializzati nella produzione dei moderni beni di investimento, trascurando qt!elli di consumo, per gli europei ed i giapponesi non restava che far valere i loro vantaggi - minori salari e più bassa produttività - nei settor i più tradizionali. Nixon cambierà politica, da un lato riassicurando i vecchi set17 Biblioteca Gino Bianco

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