Classe - n. 7 - luglio 1973

l'autoritarismo e la repressione, soprattutto nel momento in cui scaturisce dal seminario una determinata linea sugli esami considerati il nodo sovrastrutturale principale con cui la scuola borghese nega la libertà sostanziale allo studio e comprime la forza-lavoro in formazione. Pare dunque un' autentica vittoria agli studenti otte nere esami cli gruppo, come momento conclusivo di verifica seminariale. Ma non avvertono l'erroneità della rivendicazione in una situazione in cui la struttura cli potere non è per nulla, né poteva essere, mutata , salvo la scalfìttura a livello gerarchico inferiore rappresentato dal Consiglio di Facoltà, e in cui soprattutto la rivendicazione non poteva non risultare poco comprens ibile alle masse lavoratrici, in nessun modo orientate circa le lotte generali degli studenti e quindi, ovviamente , del tutto distanti dal tentativo cli rinnovamento che all'isola di Architettura si portava avanti. La vittoria sarebbe stata una vittoria cli Pirro. Il rettor ato e il Ministero la colpiranno duramente, annullando gli esami e revocando dalla carica (a ferragosto!) il preside prof. De Carli. Il potere dell'istituzione che pareva aver adottato una tattica di attesa nella congiuntura di maggior espansione del movimento studentesco, ad Architettura aveva atteso in realtà il ·momento giusto della resa dei conti. Il colpo inferto a posteriori sugli esami, sebbene non possa demolire il significato profondo della lotta e del lavoro produttivo di massa, destinato a connatu rarsi all'esistenza della Facoltà e quindi a riprodur si nel futuro come intreccio tra produzione di conoscenza e lotta, tuttavi a impedisce la legittimazione della « Facoltà sperimentante » e contribuisce a rompere l'onda montante del movimento, già in riflusso all'inizio del nuovo anno accademico 1968-1969 per un duplice processo interno: scollatura fra le punte politicamente impegnate e la massa degli studenti che pagano il duro prezzo dell'invalidazione cli fatto di un anno di studio, parallela frantumazione delle « avanguardie » in gruppi di diversa base ideologica e con diversi riferimenti al cli fuori della scuola. Durante tutto il 1968 il terreno rivendicativo circa una nuova condizione dello studente nella scuola e circa un ruolo formativo di quest'ultima aveva costituito il fondo unificante del movimento. A partire dalla sconfitta sugli esami, le avanguardie sembrano giudicare irrecuperabile quel terreno, oppure si sentono incapaci cli ripartire da capo con un difficile lavoro politico alla base della massa delusa e disorientata !! riaffermano la tendenza centrifuga. Le avanguardie insomma scelgono la strada della propria Biblioteca Gino Bianco 185

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