studentesca attorno ad un processo di attuazione concreta della linea strategica. Qual era dunque il nodo da sciogliere perché la Facoltà fosse investit a da un vero rinnovamento culturale? Si sarebbe dovuto promuovere la necessaria crisi della più avanzata cultu ra architettonica e urbanistica e quindi fondare termini culturali, in concreto esperimenti produttivi, antagonistici alla produzione di cultura propria della classe dominante. Non bastava porre come problema in sé la sfasatura tra produzione cultura le nella Facoltà e l'acculturazione di massa realizzata dagli studenti nelle lotte, essendo impensabile che l'unico punto di riferimento potesse essere costituito dal movimento degli studenti ritenuto centro permanente delle lotte sociali. I limiti erano insiti in quella stessa acculturazione in quanto non verificata nel confronto con la cultura e la prassi della classe operaia. Lo stesso avvio alla fase detta « della prassi sociale» (essere a fianco delle lotte cli fabbrica e delle prime mobilitazioni spontanee nei quartieri popolari) come tentativo cli superamento del soggettivismo studentesco provoca una diaspora del movimento nei luoghi ritenuti quelli della vera lotta , per parteciparvi con la carica accumulata nelle lotte studentesche . In questa esperienza, le azioni degli studenti di Architettura rivolte in particolare ai quartieri indicano un'intenzione di connettere direttamente la propria collocazione specifica, per cosl dire «specialistica», nella scuola, con l'azione cli acculturazione in un esterno altrettanto specifico nel senso urbanistico-architettonico-sociale come può essere un quartiere popolare della città. Ma ciò, senza aver chiarito fino in fondo il compito conoscitivo della scuola, nel senso della sua responsabilità a contribuire alla definizione scientifica del reale, suscita l'equivoco di una funzione della scuola meramente deduttiva, non dialettica, dalla prassi sociale, tanto più che tale esperienza non penetra dentro la lotta che in quel momento gli studenti stanno conducendo all'interno della sede, ma si caratterizza come filone parallelo 15 • Filone che darà una impronta alla storia della Facoltà nell 'anno successivo e che riemergerà infine nel 1971 nel momento in cui alcune famiglie di baraccati troveranno ricovero nelle aule della Facoltà. A sua volta, l'esperienza davanti ai cancelli delle fabbriche « per capire e farsi capire » 16 è indubb iamente più reattiva nei confronti della dimensione politica della mobilitazione di massa. Ma, nell'insieme , le esperienze della diaspora sono parziali e non ritornano al movimento sot toforma di analisi complessiva circa la sua colloca183 Biblioteca Gino Bianco
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