Classe - n. 7 - luglio 1973

la nuova forma di lavoro sia col problema fondamentale dei contenuti in una situazione non del tutto chiara in ordine alle questioni interne di struttura e di sovrastruttura. Infatti, è per provocare un decisivo chiarimento del contesto politico e in partico lare per costringere il rettore del Politecnico ad uscire allo scoperto con una posizione precisa circa il destino della Facoltà che gli studenti decidono l'occupazione (4 marzo 1968). Ma tale forma di lotta si impone, dal punto di vista studentesco, anche per opporsi in maniera politicamente incisiva alla repressione antistudentesca che sta dilagando a Milano e altrove . Sono cosl due i fronti di lotta che si aprono sulla spinta dell 'antiautoritarismo. Il primo fronte, quello verso il Politecnico, trova ben presto il rettorato schierato su posizioni di rifiuto ad ogni confronto e trattativa ; non solo, ma su posizioni autoritarie cosl « evolute » da trascurare l'uso possibile di strumenti repre ssivodisciplinari interni all'isti tuzione scuola per delegare la repre ssione di Architettura direttamente alla magistra tura, alleandosi nei fatti alla iniziativa di futuri « marciatori silenziosi » che nei loro esposti al magistrato mistificano il significato degli avvenimenti e spandono denigrazione e disprezzo sulla Facoltà 12• Il secondo fronte si collega alla lott a generale degli studenti delle Università. Lo scontro diretto degli studenti, in varie sedi, con l'apparato repressivo dell'i stitu - zione, con le posizioni maccartistiche della borghesia espresse dai suoi giornali, con la violenza della polizia colta essenzialmente come manifestazione della stessa natura violenta delle istituzioni borghesi, e poi la presa di coscienza che tale natura rientra nel quadro più vasto dell'azione violenta dell'imperialismo americano, creano le condizioni per l 'unità degli studenti a livello cittadino e nazionale e per il superamento in divenire dell'isolamento delle lotte studentesche. Per questo processo di crescita generale del movimento studentesco, nella Facoltà di Architettura gli student i avvertono che è in atto uno scollamento fra la stessa cultura architettonica avanzata precostituita, pur offerta in forme organizzative della didattica parzialmente nuove, e la maturazione di una propria capacità di giudizio sulla società borghese. Appare chiaro che tale cultura ha vissuto e vive in una propria autonomia, per cui è improbabile un impatto producente con le « scoperte » fatte dagli studenti circa la società e dunque circa quali sono i veri problemi con cui misurarsi se non accetta di consumare una esperienza di crisi autodistruttiva nel confronto con le istanze della massa studentesca per 181 Biblioteca Gino Bianco

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