del futuro, quindi, nei fatti, ai fini di una dura selezione degli studenti. Nell'insieme gli uni e gli altri docenti fungevano da con• trollori del meccanismo repressivo-selezionatore e, identificando l'immobilismo dell'insegnamento e del piano di studi come garanzia di conservazione del potere baronale, determinavano coscientemente una crescente frattura fra la Facoltà e le stesse pur limitate potenzialità del mercato capitalistico del lavoro. , È cosl congenito e stretto il legame fra potere baronale e sottocultura architettonica, vale a dire arretratezza dei contenuti dell'insegnamento, che basterà sottolineare l 'evidenza della contraddizione fra questo potere e la cultura del Movimento Moderno in architettura, o addirittura tra l'ordinamento della Facoltà e il livello corrente dei prodotti di consumo del neocapitalismo, per provocare la crisi di quella struttura baronale e costringere i docenti a rendere conto agli studenti del proprio ruolo specifico nella scuola e del proprio atteggiamento in generale nella società. Su questo si basa essenzialmente l'azione degli studenti, ai quali, per ottenere una prima rottura di una situazione in via di disgregamento oggettivo, non occorre nemmeno far muovere la lotta dai fatti concreti dell'autoritarismo, sui quali del resto manca ancora un'analisi politica che ne faccia prendere coscienza all'intera massa. L'occupazione del febbraio 1963 con cui gli studenti rivendicano sostanzialmente un allineamento culturale della Facoltà e l 'appor to necessario di autentici docenti (intesi quali appartenenti alle esperienze del Movimento Moderno) 1 innesca un processo di continua critica ai contenuti dei corsi di insegnamento, che si farà sempre più stringente e puntuale e che si estenderà fino all'occupazione del 1967. D'altra parte, in mancanza di un'analisi politica dei rapporti di potere dentro e fuori la scuola, l'occupazione del '63 apre la strada a momenti cogestionali (commissioni paritetiche, ecc.), ben presto rifiutati, ma che nell'immediato smorzano la crescita del movimentò. In questo periodo, che possiamo definire dell'aggiornamento culturale della Facoltà, il movimento degli studenti, per il terreno su cui è costretto a muoversi, dati i vincoli fiscali del piano di studi, data la frammentazione del lavoro in ordine alle 38 materie e agli altrettanti esami, ne subiva le conseguenze sul piano della lotta costretta nei limiti del rapporto individuale docenti-studenti e dello scontro a livello puro e semplice dei contenuti dei singoli corsi. Tale contestazione dapprima mette il dito sulle piaghe più aperte in una Faéoltà incentrata su un'astratta propedeusi e su un esercizio formalistico della cpmp06izione architettonica con l'effetto di 172 Biblioteca Gino Bianco
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