Classe - n. 7 - luglio 1973

varare un programma e un fronte comune del Terzo Mondo in vista della III UNCTAD. Vi si sono scontrate la tesi algerina che « il mondo sviluppato tratta solo se costretto ,. e quella messicana che « vuole realizzare facendo fiducia anche ad organismi come il FMI » 35 : uno scontro tra « rivoluzione e riforme ,. che non si è misurato su una strategia di modifiche strutturali intern e e esterne, ma si è risolto in contrasti sui princlpi generali o sulla durezza dell'azione rivendicativa, col Cile, il Perù e l 'Algeria in posizione di punta. In tal modo si è finito per imbarcare le contraddizioni di un assetto strutturale non attaccato, e la Dichiarazione di Lima è stata « più concreta ancora della Carta di Algeri », presentando tutta una casistica di richieste anche cruciali, ma è restata disgiunta da un discorso strutturale 36 , favorendo cosl di fatto la manovra dei paesi ricchi di chiedere sempre più concretezza per concedere sempre meno. Comunque, anche in tutta questa fase è mancata un'azione dialettica del movimento sindacale e popolare nei vari paesi, sia contro la pressione imperialistica, sia per un diverso indirizzo del proprio governo, sia per una diversa azione del Terzo Mondo. Più severo ancora deve essere il discorso sull'azione sindacale e operaia nei paesi industrializzati. Si trattava di opporsi ai rifiuti di questi paesi e alle loro manovre di divisione, a partire dalle stesse proposte dell'OCDE sui « meno favoriti », e della CEE sulle « preferenze generalizzate », tese ad acuire nei fatti vecchi contrasti tra sud-americani e africani in funzione di subdole concorrenze tra CEE ed USA, e nella CEE. Si trattava di contrapporre alle divergenze intercapitalistiche (compreso il contrasto « tra la Francia 'in - terventista ' favorevole alla soluzione degli accordi e degli stoccaggi » per i prezzi 37 , e « la Germania 'li berista' favorevole alla soluzione dello smantellamento delle barriere doganali ») le linee prima prospettate di un rapporto alternativo, bilaterale e comunitario. È invece mancata ogni azione reale sia sulla CEE che sui vari governi nazionali, mentre nella III UNCTAD sono intervenute le Centrali internazionali in termini del tutto tradizionali. Per quanto riguarda la CMT e la CISL, l'azione della prima ha riflesso il lungo impegno della CFDT e della CLASC 33 per profonde trasformazioni struttural i, mentre la posizione della CISL è emersa da un vasto dibattito tra le centrali nazionali conclusosi nel Congresso dell'anno scorso, ma in fondo su una tradizionale linea di razionajizzazione. In tal senso, del resto, una piattaforma comune era già stata espressa agli inizi del 1971 in un documento della CESL-CISL e della OE-CMT 39 • Esso chiedeva « riconversioni in164 Biblioteca Gino Bianco

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