badita oggi da più patti, a partire dall'XI Congresso del PCI, ha bisogno tuttavia di concretarsi e qualificarsi nell'awio di correlazioni tra le scelte di sviluppo per cui ci si batte nei paesi emergenti, e le politiche programmate, quali la pressione operaia e democratica cerca - nei nostri paesi - di far corrispondere alle modifiche strutturali e di indirizzo che essa punta a far avanzare nella realtà. Non si tratta dunque di definire modelli teorici, né schemi statici nell'ambito dei contesti attuali. Si tratta di dilatare le soluzioni più avanzate possibili in tali contesti sia nei PVS che nei nostri paesi, e di premere per correlazioni intanto tra esse e via via tra le conquiste strutturali che la lotta realizza. Si tratta cioè 0 di qualificare la linea operaia di sviluppo antimonopolistico nei paesi industrializzati, proiettandola verso un nuovo rapporto coi paesi emergenti che rompa l'attuale spirale del sottosviluppo. Un esempio viene dalla proposta fatta in Italia dai sindacati nella Conferenza sul Mezzogiorno del 30 maggio 1971, e ribadita con forza nelle recenti manifestazioni di Reggio Calabria e di Napoli. Lo spostamento dell'asse produttivo dai beni di consumo durevole ai beni strumentali e di « equipment » propone una ristrutturazione della grande industria del paese, che la renda interessata e funzionale all'industrializzazione dell'agricoltura e del Mezzogiorno. Ma questa linea unificante della lotta operaia al Nord e al Sud, per essere dinamica e competitiva ai livelli tecnologici e produttivi attuali, deve trovare sbocchi ad essa omogenei appunto in un rapporto organico con l 'industrializzazione dei paesi in via di sviluppo (e socialisti). D'altro canto, essa costituisce la via per superare le strozzature dell'appatato produttivo e del rapporto commerciale, apparse in tutta la loro gravità nell'at tuale crisi congiunturale interna e internazionale. Uno dei loro fattori è appunto la debolezza delle relazioni commerciali tra l'Italia e il Terzo Mondo. L'aumento quantitativo (1.814 miliatdi di dollari nel 1970: 300 in più rispetto al 1968 e il doppio rispetto al 1963) non elimina i limiti qualitativi • dati dalla bassa aliquota degli aiuti sul PNL e dal loro slegarne col rapporto economico commerciale; questo resta a sua volta imperniato sui meccanismi di drenaggio del reddito a favore dei gruppi oligopolistici, con la loro subordinazione sul piano internazionale e con la loro logica di squilibri nel paese. Lo sforzo pubblico si è concentrato sul sostegno ai gruppi privati, nel cui gioco è stata assorbita la stessa azione dell'industria pubblica, specie con lo svuotamento crescente della carica innovatrice dell'ENI. Tipico è il fatto che i crediti all'esportazione coprono in Italia gran parte dell'ap160 Biblioteca Gino Bianco
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