talismo di « far scattare il circuito chiuso dell'economia coloniale per edificare in quei paesi un mercato sviluppato ,., mediante « uno sviluppo accelerato che susciti un proporzionato incremento nei paesi industrializzati », e che trasformi quelli sottosviluppati « da clienti potenziali in clienti attivi ». Matura cosl, nei suoi aspetti qualitativamente nuovi, il rapporto neocolonialista attuale. In esso l'evoluzione settoriale rende necessari mercati nuovi non solo e non tanto per merci elementari (come nella fase coloniale), quanto per macchinari e prodotti complessi: sollecita quindi investimenti di industrializzazione, sia pure limitati, distorti e subalterni. . La nuova divisione internazionale del lavoro, che viene cosl avanti di fatto, è presentata dalle forze più accorte come una soluzione innovatrice su cui ottenere consensi nel Terzo Mondo e nelle metropoli. Essa si traduce invece « in una industrializzazione elementare nei paesi sottosviluppati quale sbocco e stimolo di settori ad alto livello tecnologico (ed elevato valore aggiunto) che si concentrano e si dilatano nell'area monopolistica» 25 • Nel Memorandum Colonna"' ciò è parte integrante di una politica industriale comunitaria tesa a potenziare ie concentrazioni oligopolistiche europee in concorrenza con quelle americane e giapponesi, anche trasferendo nei PVS settori « deboli » per favorire l'export di altri più dinamici da potenziare in Europa. Tale linea si è già concretata nelle proposte della CEE per i tessili e gli alimentari , ed è stata ribadita nella Conferenza di Venezia dalla Relazione del prof. Tirnbergen. Essa viene rafforzata dalle mistificazioni terza-forziste, mentre la CISL e la CMT europee esprimono un'adesione di principio e delle riserve di fatto, entrambe non iscritte nella ricerca di una nuova strategia di sviluppo nei paesi europei, e di un nuovo rapporto tra essi e quelli « emergenti ». Lo sviluppo industriale di questi ultimi è parte viva di tutto questo processo: ne riflette le spinte dinamiche, ma anche i limiti _ profondi, le precarietà, gli squilibri interni, e soprattutto la logica subordinata alle esigenze espansive delle metropoli. Per un'efficace strategia operaia è pertanto necessario tanto precisare il disegno monopolistico cui rispondono, quanto individuare la portata e la dinamica delle realizzazioni avutesi 71 • È essenziale vedere come in Brasile si afferma, oltre a quella tessile e alimentare, un'industria meccanica con oltre 1 milione di addetti e una produzione annua di 400.000 auto largamente rifornita di componenti da imprese locali, nonché un'industria siderurgica con grossi impianti a capitale statale e vaste prospettive di esi,ortazione, non senza occulti legami con 156 Biblioteca Gino Bianco
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