1970 l'IBM italiana (circa 6.000 dipendenti) ha realizzato · 6 miliardi di utili dichiarati, a un tasso ben più alto della FIAT . Il processo si riversa a cascata sulle industrie dei PVS, portando su un piano più difficile da superare la forbice dei divari territoriali. Se il regime oligopolistico tende ad assumere la direzione di questo processo ingigantendolo, con esso il drenaggio del reddito assume un carattere tanto più organico quanto più si dilatano le verticalizzazioni, le intersettorialità e l 'internazionalizzazione delle grandi concentr azioni. Con l'affermarsi delle società multinazionali tutto ciò assume dimensioni e prospettive che condizionano in termini · radicali lo sviluppo economico, l'andamento produttivo e il gioco del mercato a livello mondiale, presentando allarmanti conseguenze per gli stessi paesi industrializzati più deboli, e rendendo drammatico per i PVS lo svuotamento di ogni controllo e indirizzo nazionale e pubblico sullo sviluppo. Se nel passato colossi come le « Sette Sorelle » del petrolio o l'Unilever hanno dominato intere economie, oggi i grandi gruppi trans-nazionali o multinazionali sono al centro dell'evoluzione monopolistica su scala mondiale, e di essa è parte essenziale un'ar ticolazione nel Terzo Mondo che va dalle imprese pluri-nazionali, come la Miferma per lo sfruttamento minerario (ferro) in Mauritania, alle società miste con stati o gruppi locali oramai frequenti per il petrolio e diffuse per altri settori, alle istallazioni decentrate tipo FIAT in Argentina, alle aziende locali o miste per la produzione di componenti di prodotti complessi effettuati dai grandi trust in uno o più paesi metropolitani. La dimensione dell'incidenza. sullo sviluppo particolarmente rilevante nei PVS appare chiaramente da episodi come quello denunciato nel '70 da « Jeune Afrique », secondo cui, nel corso di una sola settimana, Pechiney, l'industria che ha il monopolio dell'alluminio in Francia, ha inaugurato in Olanda un nuovo stabilimento destinato a trattare la bauxite fornita dall'Africa o dall'America Latina, ed ha assunto in Iran la proprietà del più grande giacimento di rame del mondo. Erano i tempi della crisi acuta della SAVA in Italia e della manovra della Alusuisse verso nuovi investimenti in Australia, mentre si precisava lo scontro sul rame in Cile e nello Zambia. Gli investimenti dei gruppi privati nei PVS rientrano in questa logica e ne sono uno strumento privilegiato . Il rientro dei profitti nelle mecropoli continua negli anni '60 agli alti livelli attinti nel regime politico-arnministrativ6 coloniale. Su di esso vi è ormai rutta 154 Biblioteca Gino Bianco
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