Classe - n. 7 - luglio 1973

Le strutture socio-economiche arretrate delle aree sottosviluppate non possono non essere il punto di partenza di tale discorso, dato il ruolo che esse svolgono nel punto più denso di tensioni e di scontri. De terminatesi nei processi storici in cui si è espressa e concretata la matrice di fondo già menzionata, tali strutture impediscono a loro volta l'accumulazione del settore primario e non trattengono gli stessi_investimenti esterni, che tornano infatti a boomerang nei centri industriali zzati fino al 60-70%. Le iniziative « moderne » create da tali investimenti si sovrappongono all'area arcaica dando luogo a un'economia dualistica: trasferiscono il reddito prodotto ai gruppi esterni da cui emanano; spingono di fatto l'economia locale nei canali commerciali e finanziari che confluiscono nelle metropoli; perpetuano il tessuto sociale arcaico dai cui bassi salari traggono superprofìtti; aggiungono nuovi squilibri interni ai vecchi, non senza certe spinte consumistiche ancora più alienant i in contesti di miseria. Le imprese locali, a loro volta, anche quando giungono a forme capitalistiche più evolute, non rompono ma esaltano il processo complessivo di drenaggio del reddito in quanto poggiano sugli stessi meccanismi che lo determinano: tendono a rivalersene comprimendo la dinamica salariale-sociale, sicché perpetuano le basi di superprofìtto per il setto re moderno e di subordinazione per se stesse, mentre s'intrecciano con vecchi privilegi le cui rendite parassitarie strozzano l'accumulazione interna. A queste basi di squilibrio e di sottosviluppo, che caratterizzano il processo produttivo nei PVS, si intrecciano e sovrappongono quelle degli squilibri settoriali, che investono le stesse economie industrializzate assumendovi un peso determinante e riflettendos i in tutta la spirale degli squilibri territoriali. Nelle varie fasi storiche i settori che assumono una maggiore dinamicità nel creare valore aggiunto e nell'appropriarsene, sono in grado di accaparrarsi forti aliquote anche di quello realizzato in altri settori, e di condizionare le scelte di questi e dell'intero processo produttivo. Lo spostamento di questo ruolo trainante e condizionante da certi settori ad altri determina scosse nell'assetto socio-economico, che hanno rifle~si gravi sugli squilibri territoriali, sia sul piano nazionale che internazionale. I riflessi sono stati cospicui col passaggio, nel dopoguerra, del ruolo trainante dai carbo-siderurgici agli auto-elettromeccanici e ai petrolchimici. Diventano enormi col prevalere di settori ad alta aliquota di ricerca scientifica incorporata, a forte penetrazione in altri settori come fattori-chiave di produttività e di valore aggiunto, a intensa appropriazione di quest'ultimo: si pensi che nel Biblioteca Gino Bianco 153

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