Classe - n. 7 - luglio 1973

Il problema è individuare come ciò sia avvenuto e avvenga. Per Petrilli è dovuto « in primo luogo alla natura stessa degli scambi tra materie prime e manufatti » e « non è imputabile a un particolare assetto patrimoniale e istituzionale»: va dunque risolto con misure di commercio e di aiuto, destinate a incentivare l'azione dei gruppi industriali . In realtà sono proprio i loro meccanismi di accumulazione e di investimento che portano a sempre nuovi divari. Su tali meccanismi, dunque, e sulle loro basi strutturali, occorre centrare la nostra analisi e la nostra ricerca di una linea strategica alternativa. ti fin troppo ovvio e noto che, in quanto poggiato sul profitto e sull'accumulazione differenziati, lo sviluppo capitalistico ha in sé fattori di agglomerazione che investono i vari aspetti del processo produttivo: la produttività del lavoro, la formazione finanziaria, la intensità degli investimenti, il livello tecnologico, la dinamicità del mercato, la localizzazione della spesa pubblica, la creazione di economie esterne, e cosl via. Le imprese e le aree che nel ciclo assumono una posizione più dinamica, rastrellano risorse da quelle più deboli, e tendono a riprodurre tale rapporto a sempre nuovi livelli, via via rispondenti alle loro esigenze e caratteristiche produtti ve. Si determina cosl uno sviluppo neUo squilibrio, che è inerente al modo stesso di produzione capitalistico e che - per processi cumulativi e condizioni storiche - confluisce in uno sviluppo nel sottosviluppo , per cui lo sviluppo delle aree nelle quali si concentrano e si cumulano i fattori produttivi più dinamici si alimenta del sottosviluppo delle altre aree attraverso molteplici canali di drenaggio del reddito. La nota tesi di A. G. Frank 16 viene cosl ancorata a processi storici qualificati dalla logica e dai meccanismi del modo di produzione capitalistico. II che porta a distinguerli, meglio di quanto a volte non avvenga in Frank, da altri processi di divario e di dominio/rapina quali, ad esempio, quelli degli imperi coloniali pre-• capitalistici. Ciò riconduce inoltre il rapporto sviluppo-sottosviluppo alle basi strutturali del processo produttivo quali storicamente si sono configurate e si configurano nei vari contesti, e quindi al nesso dialettico tra esse e le manifestazioni di dominio politico, l'utilizzazione/ trasformazione di quelle precedenti, l'inasprimento reciproco dei fattori di squilibrio e di sottosviluppo. Si pone cosl in primo piano l 'esigenza di una strategia che attacchi le basi strutturali del processo produttivo tanto nei PVS che nei paesi industrializzati (e nel rapporto economico,-commerciale tra essi), proprio per avviare 150 Biblioteca Gino Bianco

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