Classe - n. 7 - luglio 1973

fissarci degli obiettivi impossibili », e collocandolo in un assetto strutturale intoccabile, sicché ha finito per richiedere quelle « politiche più liberali in materia di commercio e di aiuti ,. che poco prima aveva ritenute insufficienti: comunque, a scarso di equivoci, McNamara ha subito precisato che è inutile « cercare i responsabili di questa situazione», e che affrontarne le radici strutturali è « una sterile contrapposizione tra ricchi e poveri » 10 • La linea della concretezza che doveva unire il Terzo Mondo e fargli ottenere dei risultati tangibili, ha reso « facile ai paesi ricchi poggiarsi su selezionati paesi poveri per distruggere l'accordo tra loro » 11 e non concedere nulla: il che ha portato la Conferenza al fallimento. Di , quest'ultimo, infine, la stampa borghese ha fatto il pretesto per sostenere l 'inutili tà di « continuare le iniziative dell'UNCTAD » 12 , non nel senso corretto di sostituirvi una linea e degli strumenti più validi, ma in quello di chiudere il discorso sugli impegni dei paesi capitalisti. Nella Conferenza di Venezia per la politica industriale della CEE, cioè di uno dei centri dell'accapparramento mondiale di risorse, il silenzio sullo scontro in corso in quei giorni nella III UNCTAD è stato rotto, oltre che da noi, da Sicco Mansholt: egli si è però guardato bene dall'analizzare l'incapacità della CEE a presentare una sua proposta coordinata e innovativa. Dalla Conferenza di Venezia è emersa - a maggioranza - una linea di razionalizzazione di sviluppo, la cui intima logica porta ai processi di sottosviluppo che colpiscono 2/3 dell 'umanità, nonché agli squilibri territoriali che investono vaste regioni con al centro il Mezzogiorno. Le stesse misure proposte nelle relazioni del prof. Timbergen e di P. Moussa si iscrivono in quel disegno. La delusione per la III UNCTAD è stata sfruttata, nei mesi ad essa seguiti, per una nuova manovra capitalista a vasto raggio. Si è finto di temere che i PVS possano rifiutare, dopo quel fallimento, « la cooperazione economica internazionale coi paesi sviluppati [ ...] _ per affidarsi sempre più ai propri sforzi di sviluppo » 13 , o che « i più duri tra essi siano incoraggiati a credere nuovamente che la titolarità dei nuovi diritti non si negozia, ma si strappa con la violenza » 14 • Due verità di sempre vengono cosl adombrate, per servirsene da alibi ai fini di un disimpegno che lasci liberi i paesi capitalistici di concentrare rutte le risorse accapparrate nel mondo per i loro problemi di espansione e di concorrenza. Risultato cui conducovo, peraltro, anche le tesi di opposti intenti, che danno a quelle verità il significato di una chiusura in se stessi dei paesi 148 Biblioteca Gino Bianco

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