Classe - n. 7 - luglio 1973

nesi, movimento studentesco) ma che costituisce il punto conclusivo di una fase in cui il movimento poteva tenere sulla base della propria spontaneità e sulle lotte esemplari. Si capisce già da allora che questo tipo di lotta non è più sufficiente ad aprire nuovi spazi di ripresa e di iniziativa (e lo hanno dimostrato le successive occupazioni di Torino, Milano, Pavia e Bologna; diversa è la situazione a Roma e nel Sud, ove essa si caratterizza per una continuità maggiore e per un contenuto globale assai più esaustivo) ad un movimento che vede la sua problematica fondamentale nella costruzione di un 'organizzazione capace di raccogliere, sintetizzare e riproporre i suoi temi specifici a tutto il movimento di classe. È indubbio che questa prima fase del movimento per la casa ha avuto anche connotazioni positive: a) Lo sciopero dell 'affitto ha assunto un significato politico qualitativamente superiore a quello degli anni passati. Il fenomeno della morosità ha sempre interessato i quartieri IACP fin dal loro nascere, ma si era caratterizzato come fatto fisiologico, in quanto le famiglie che disponevano dei redditi più bassi per forza di cose erano costrette a non pagare l'affitto. La percentuale era dell'l-2% sull'ammontare complessivo degli affitti, per raggiungere nei momenti di crisi economica il 6-7% . Dal '68 in poi la morosità assume dimensioni di massa ( 1820% ) travalicando i limiti della controparte pubblica per estendersi al setto re privato. Ciò significa che è scattato un meccanismo politicamente diverso: infatti i lavoratori con questa pratica non solo mettono in discussione il meccanismo attraverso cui parte del loro salario reale passa, attraverso il padrone di casa, agli istituti bancari, alle imprese edili, alla rendita urbana, ma si pongono essi stessi come attori di un rifiuto al modo di vivere che i padroni impongono nei quartieri. Con la rivendicazione e la lotta per la casa come diritto, i lavoratori sono ormai andati oltre il fatto contrattuale che vede il padrone, proprietario della merce-casa, in grado di imporre indisturbato i suoi prezzi (sfruttando i meccanismi di mercato e di dist ribuzione) ; inoltre chiedendo un affitto proporzionale al salario, e quindi in sostanza egualitario per tutti i lavoratori, hanno avocato a sé la decisione di stabilire il valore della loro forza-lavoro. Questo significato risulta più prezioso nei momenti di riflusso e d'indeboli - mento della classe operaia, sia di fronte ad un 'offensiva padronale più articolata, sia per l'insufficienza crescente di un unico contesto di lotta, quello della fabbrica. Biblioteca Gino Bianco 135

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