Classe - n. 7 - luglio 1973

Da ques ti dat i risulta che la sopravvivenza ~ in funzione del reddito oltre che della vicinanza alla produzione industriale . Anche in Italia si ha una mortalità più elevata, dai 40 anni in poi , nelle regioni più industrializzate ; a 60 snni le probabilità di morte per 1.000 abitanti risultano le seguen ti , nel sesso maschile: Sardegna 13 Calabria 14 Sicilia 15 Toscana 17 Emilia 19 Piemont e 21 Lombardia 24 Mentre per la mortalit à infantile le regioni economicament e arretrate sono più colpite, nell'età lavorativa si ha una inversione, e la dur ata della vita decresce in funzione della industrializzazione. Gli operai sono in ogni caso i più colpiti. Cfr. INCA--C.GIL, Servizio Infortuni - Prevenzionedanni sul lavoro,' Roma 1973. " I. 0DDONE in Alti delle giornate di studio sui ritmi di lavoro ne/l'industrio, Università di Milano, 7-8 luglio 1966, I stitut o Italiano di Medicina Sociale, Roma 1967, p. 207. 1.s In un'industria tessile del Veronese in cui sono occupati più di 800 operai, una nostra inchiesta ha rilevato che il 47% consuma abitualmente farmaci da almeno tre anni (rispetto alla media del 35% che si osserva nelle altre fabbriche). Sono, nell 'ordine, sedativi, antinevralgici, lassativi. Esaminando il fatto secondo i reparti si vede che la maggior incidenza del consumo, in misura pari o superiore al 61%, esiste in tre reparti: tessitura, filatura e trama. I primi due sono caratterizzati dal forte rumore cd il terzo dalla necessità di grande attenzione. In altri due reparti il 46% e il 42% delle operaie sono appcndicectomizzate (la media in altre fabbriche, tra i maschi, è attorno al 30% ) e nonostant e l' appendicectomia, rispettivament e il 74% ed il 78% continuano ad avere sintomi dispeptici (gli stessi sintomi che verosimilmente avevano posto, al medico, l'indicazione di appendicectomia). Chiedendo quante e quali diagnosi fossero state attribuite ai loro sintomi dai medici curanti , 343 operai risposero: 110 « esaurimento nervoso», 70 coliti, 57 gastriti, 38 ulcere duodenali. A parte le ulcere, che bisogna ritenere radiografate, si è trattato della restituzione al paziente della diagnosi che egli stesso aveva già formulato riferendo i sintomi, a volte usando le sue stesse parole (esaurimento nervoso), a volte dopo una trasformazione lessicale. In questo caso, ma gli esempi sono innumerevoli, più di 100 persone facenti parte di un medesimo gruppo sono stati etichettati con la diagnosi di « esaurimento nervoso», indicativa di varie forme e vari gradi di incapacità, senza che sia stata adottata una ricerca dei fattori indi viduali, familiari, di lavoro che possono averla prodotta. t evidente che l 'operaio non chiedeva al medico, e sapeva di non poterlo chiedere, più di un certificato, visto come unico mezzo preventivo, nel sistema sanitario attuale, per sottrarsi per qualche giorno all'amb iente della fabbrica. Cfr. inchiesta alla Tiberghien, condotta dai lavoratori unitamen te agli studenti e medici dell'Istituto di Medicina del Lavoro di Verona (in corso di pubblicazione). ISbls C. P. OoESCALCHJ, Comportamento e richieste sindacali per quanto al/iene all'ambiente di lavoro, relazione tenu ta nella r iunione del 10 settembre 1970 del Rotary Club di Milano-Est (ciclostilato). 16 Su questa ipotesi sembra, alle volte, fondare il discorso di I. OoooNE {vedi La difeso d,lla salute dalle fabbriche al te"il orio, in • In chiesta•• n. 8, autunn o 1972, pp. 22 sgg.). Pare infarti che questo nodo venga risolto in una sorra di biografia di gruppo (V• Lega FIAT, Commissione medica della 126 Biblioteca Gino Bianco

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