Classe - n. 7 - luglio 1973

4 F. ENGELS , La situazione della classe operaia in Inghilterra, Editori Riuniti, Roma 1972, pp. 132-3. s F. FERRAROTTI, Una sociologia alternativa, De Donato, Bari 1972, pp. 51-2. 6 R. VENTURINI, Fisiologia del lavoro e sviluppo industriale, in quaderno n. 6 di « Critica Marxista», 1972, Il marxismo e le scienze, pp. 258-9. 1 MARX, op. cit., pp. 472-3. s Ivi, p. 454. 9 MERLI, op. cit., specie cap. La legislazione sociale, pp. 335 sgg. 9bis J. P. LANGLOIS, in Atti del 1° Congresso Internazionale sulle malattie da lavoro, Milano 1906, voi. 1°, pp. 59 sgg. IO E. GAFFURI, Relazione tenuta al Policlinico cli Padova il 23 marzo 1973. 11 V. FoA, in « Quaderni di Rassegna Sindacale», n. 13, luglio-agosto 1966, pp. 24-5 (intervento alla tavola rotonda sulla contrattazione dei ritmi e delle condizioni ambientali cli lavoro). 12 Il dibattito a questo proposito è tuttora aperto e sono contrastanti le posizioni all'interno della stessa CGIL. Ad esempio Garavini (in « Quaderni cli Rassegna Sindacale•• n. 26, pp. 68-9) afferma: • si dice molto facilmente, e spesso, che il sindacato ha scelto la via della monetizzazione, cioè di chiedere delle compensazioni salariali ai ritmi di lavoro od alla nocività, invece di af~ frontare alla radice i problemi della condizione cli lavoro. Ma ciò è largamente falso, nel senso che il sindacato potrebbe dimostrare di avere sempre, o quasi sempre, esplicitato ai lavoratori, anche nel passato - al livello della denuncia della situazione di fabbrica - proprio la necessità di non monetizzare, di non vendere la salute ». Posizione questa che contrasta per es. con quella espressa da Foa (vedi nota precedente). 13 In 20 anni, dal 1946 al 1966, si sono verificati in Italia 22.860.964 casi cli infortunio sul lavoro e cli malattie professionali; i morti nello stesso periodo sono stati 82557 e 966.880 gli invalidi. Nel 1960 gli infortuni sono stati 1.057.429; nel 1971 sono saliti a 1.622.604 (circa 4.000 al giorqo); nello stesso anno 4.674 lavoratori sono morti sul lavoro (11 al giorno, più di uno ogni ora lavorativa). Dal 1967 al 1970 nel settore metalmeccanico il numero degli infortuni è aumentato da 195 a 200 per ogni 1.000 operai, con punte massime per le aziende appaltatrici dove si sono avuti nel 1970, 462 infortunati per ogni 1.000 operai; nello stesso periodo nell'edilizia si è passati da 225 a 270 incidenti per ogni 1.000 addetti. Nel settore dell'eclifuia su 100.000 addetti si sono avuti nel 1968 in: Olanda Belgio Germania Federale Francia Italia 20 infortuni mottali 28 infortuni mortali 45 infortuni mortali 48 infottuni mortali 80 infortuni mortali Ogni anno un operaio ha il 20% cli possibilità cli infortunarsi. I casi cli malattia professionale (indennizzati dall'INAIL) sono stati: 27.000 nel 1962 e 48.000 nel 1966. Una statistica francese (Calot Febvay) sulla mortalità secondo la professione mostra i seguenti indici (per 10.000 soggetti cli età 25-54 anni): Biblioteca Gino Bianco Professioni liberali Agricoltori Imprenditori industriali Salariati agricoli Operai industriali Manovali dell'edilizia 35 42 51 54 56 76 125

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