dell'ecologia e di alcuni aspetti secondari e mercificabili della prevenzione medica ed infine con quella manovra che è la riforma sanitaria. Tanto per fare un esempio, è di questi giorni la notizia che le unità sanitarie locali, nel progetto governativo di riforma saranno costituite per ogni 200.000 o 300.000 abitanti e che l'ENP I verrà inserito nella struttura sanitaria con funzioni antinfortunistiche. La prima ipotesi equivale alla rinuncia ad una struttur a veramente periferica ed ingranata in una precisa realtà socio-economica (l'ipotesi iniziale era di una unità sanitaria per ogni 50.000 abitanti); questo ricupero delPENPI corrisponde alla volontà di mantenere ancora separati i vari aspetti della salute nelle fabbriche: da una parte il problema degli infortuni e dall'altra quello delle. malattie. 2. Il movimento sindacale nel suo complesso si è contraddetto: da una parte ha costruito una linea sulla salute, che però dall'altra non ha saputo gestire. Gli accordi ed i contratti inevasi assumono questo significato. In questo senso vanno anche considerati: la mancata ridefinizione del controllo sullo straordinario, sull'orario di lavoro, sul cottimo, sugli appalti, sul lavoro a domicilio. Un ulteriore motivo di contraddizione deriva dalla incapacità di guardare alle piccole aziende, di uscire fuori dall'esperienza pilota della grande fabbrica e di arrivare a forme di integrazione tra le varie esperienze di fabbrica, di territorio e di categorie. 3. Gli enti locali con le loro strutture sanitarie e la riforma sanitaria stessa non rappresentano gli sbocchi automatici del problema della salute. Perché lo diventino occorre imporre agli uni ed all'altra un contenuto di classe, una egemonia che garantisca dei metodi e degli obiettivi. 4. La proposta che emerge da queste osservazioni è quella di una linea politico-rivendicativa che contesti continuamente l'organizzazione capitalistica del lavoro nei suoi svariati aspetti e che individui in una diversa organizzazione del lavoro un'arma per raggiungere livelli sempre più alti di coscienza politica e di orientamento ideologico. 1 K. Milx, Il Capitole, Libro I , Editori Riuniti, Roma 1970, pp . 406-7. 2 lvi, p . 422. 3 S. MERLI, Proletariato di fabbrica e capitolismo industri4Je, voi. I, La Nuova Italia, Firenze 1972, p. 279. 124 Biblioteca Gino Bianco
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