lavorativa nociva o gravosa; quante commissioni paritetiche ho vissuto dove alla fin fine non l'intervento tecnico atto a modificare in senso migliorativo l'ambiente di lavoro prevaleva, ma solo una monetizzazione del rischio. Tutto ciò ha determinato un atteggiamento bilaterale che tollerava un rischio o meglio un potenziale di rischio, corrispondendo una indennità. Nel 1969 la FIOM pubblicava un libretto dal titolo L'ambiente di lavoro e dal sottotitolo Nessun Fattore Nocivo. In questa pubblicazione, diffusa in parecchie migliaia di copie, si parla per la prima volta di contrattazione dell'ambient e di lavoro dopo una trattazione forse un po' fumettistica, ma senza dubbio efficace, degli effetti di certe condizioni di lavoro sulla salute del lavoratore. Sono inclusi naturalmente i ritmi ed i turni di lavoro. [ ...] nel 1970 [il sindacato] ha continuato la sua azione parlando continuamente e con maggiore insistenza di: 1) Non Delega, intesa come azione continua ed ininterrotto processo di conoscenza della realtà ambientale per verificare la possibilità del mantenimento del livello più alto della salute nei luoghi di lavoro, azione svolta dalle maestranze. 2) Validazione Consensuale, come diritto del lavoratore, ed ad esso solo ririservato, di accettare o non una condizione o un ritmo di lavoro. Viene inoltre richiesta l'istituzione di un Libretto Sanitario Individuale sul quale venga indicata la vita lavorativa del prestatore d'opera, un Libretto Individuale di Rischio, un Registro dei Dati Ambientali ed un Registro dei Dati Biostatistici dal quale estrapolare una determinata mobilità tecnologica e ancora: la generalizzazione di organismi tecnici e di comitati di prevenzione con la contrattazione di statuti per il funzionamento di de tti organismi, ed infine la contrattazione delle modalità di esecuzione della visita sanitaria di controllo dell'idoneità lavorativa e dei criteri che informano un giudizio di idoneità al lavoro (io direi meglio ad un lavoro specifico). Come vedete, cari Amici, le richieste sono molto massicce, alcune forse di difficile attuazione, ma decisamente poco contestabili o contrattibili perché volte alla conservazione dello stato di salute di chi lavora, di chi, tutto sommato, produce per la collettività. Odescalchi, dopo aver richiamato i punti concernenti l'ambiente di lavoro nei contratti (quelli del 1969) dei chimici e degli elettrici e nello Statuto dei lavoratori ( « fatto ed approvato di fretta e per questo forse impreciso, mi riferisco in particolare agli artt. 5, 9, 12 » ), conclude dicendo che ormai ci sono le leggi ed i contratti di lavoro che parlano chiaro. L'essenziale è studiare come possiamo fare per intervenire ragionevolmente ma sempre af~ finché tutto torni utile alle parti ed alla società ISbis • •Questa lunga citazione (una delle poche voci di parte padronale, espressa da un tecnico, che sia possibile sentire sull'argomento) si giustifica perché descrive in modo schematico ma sicuramente inequivocabile la novità e la portata della linea sindacale per i problemi della salute. 115 Biblioteca Gino Bianco
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