dinati, ecc. In ogni caso cambia solo la facciata del reale rapporto dell'operaio con le macchine, in quanto i suoi tempi di lavoro sono pur sempre determinati a priori e sicuramente non vengono messi in discussione. L'introduzione di macchine, specialmente durante e subito dopo la seconda guerra mondiale, di elevata complessità ed operanti a cosl alta velocità ed impegno da compromettere sia la salute dell'operaio che l'impiego ottimale dei dispositivi, impone alla ricerca un nuovo approccio al problema del rapporto uomo-macchina. Si scoprl allora che non si trattava più di adattare l'uomo al lavoro, bensl di cercare di adattare il lavoro all'uomo, individuando le condizioni ottimali in cui avviene l'erogazione della forza-lavoro ed adattando a queste la macchina. Vengono individuate le caratteristiche sensoriali, il controllo psico-motorio, le dimensioni corporee statiche e dinamiche, le capacità di decisione dell'operaio ed in genere tutti i dati, riletti in chiave interdi sciplinare, forniti dall'antropometria, dalla fisiologia, dalla psicologia, dall'ingegneria e dalla matematica. Con questi presupposti la progettazione ergonomica si propone la ottimizzazione dell'ambiente, nel suo senso più lato, per ottenere l'ottimizzazione della produzione, sfrutt ando nel modo più rigoroso le capacità rispettivamente dell'uomo e della macchina 6 • Nel frattempo vengono introdotti nella catena di montaggio delle situazioni che tentano di rompere, per quanto è possibile, le caratteristiche di monotonia e di ripetitività del lavoro, come il ;ob enlargement ed il ;ob enrichment, che si rivelano ben presto essere dei semplici palliativi o delle risposte occasionali del padrone a particolari momenti di scontro con l'operaio. In sostanza il tentativo è quello di presentare come soluzione di un malessere una modificata immagine della causa di quello stesso malessere. In questa operazione il padrone reinterpreta, stravolgendone il significato, il gruppo omogeneo con le categorie della psicologia dei piccoli gruppi, tentando in tale modo di neutralizzarne la capacità di lotta e facendone invece un motore della produzione, secondo l'ipotesi originaria di E. Mayo sul morale dei piccoli gruppi. 2. Questa può essere a grandi linee la storia delle trasformazioni dell'organizzazione capitalistica del lavoro. Ovviamente queste trasformazioni pon sono state determinate semplicemente dalla logica 108 Bibl ioteca Gino Bianco
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