Classe - n. 7 - luglio 1973

lavoratori non è più messo in discussione da parte dei capitalisti, che chiedono che sia contenuto entro certi limiti (quali ad esempio quello della produttività ecc.), ma di fatto non vi si oppongono e soprattutto non tentano di invertire il trend. Questo fatto ha profondamente modificato i rapporti tra le classi all'interno dei paesi imperialisti spostando il centro della lotta rivoluzionaria nei paesi dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina 7 • Il secondo « prerequisito » al quale si accennava è che la vendita di massa dei beni di consumo implica una produzione continua e standardizzata degli stessi: la catena di mont aggio - sia fisica sia, il più delle volte, una catena di fatto ma non visibile - della moderna industria dell 'auto e degli elettrodomestici , dell'abbigliamento e dell'industria alimentare, è diventata l'emblema più evidente e conosciuto del processo di sviluppo degli ultimi anni. In questo contesto la caratterizzazione del tipo di sviluppo non può essere soltanto quello di evidenziare l'organizzazione del lavoro di tipo tayloriano, ma anche un processo di proletarizzazione - interno ed esterno (emigrazioni ecc.) - adeguato alle nuove richieste della domanda di lavoro. Ma lo sviluppo della produzione di massa, standardizzata, impersonata dalla catena, è la molla che spinge alla nascita prima e ad uno straordinario sviluppo poi, di tutte le nuove industrie produttrici di beni di investimento, centrate essenzialmente attorno all'informatica ed all'automazione; vi è infatti una sempre maggiore necessità di controllare automaticamente i processi produttivi messi in atto nella grande fabbrica, in modo da permettere di usufruire di tutte le possibili economie di scala. In quest'esigenza non solo risiede la molla che ha portato all'aumento medio della dimensione aziendale, all'intensificarsi del processo di concentrazione industriale, ma anche quella che ha spinto verso l'organizzazione scientifica dello sfruttamento e verso l'innovazione tecnologica ed industriale, verso l'attuale divisione internazionale del lavoro. Vale la pena, a questo punto, di ricordare la brillante teoria di Young 8 sui rapporti fra divisione del lavoro e ampiezza di mercato: è un'ironia della storia che l'autore, un inglese che studiava 1 motivi della maggior redditività di sviluppo dell 'industria americana rispetto a quella inglese, scrivesse l'articolo proprio nel '29, quando cioè i mercati si stavano ormai restringendo; la sua teoria fornisce oggi il quadro più completo per tentare di capire cosa è 9 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==