posizione rivoluzionaria. t evidente il legame di queste posizioni con le teorie della programmazione democratica e della razionalità oggettiva della tecnica. 11 Ci si riferisce qui alla scala di classificazionecontrattuale fino alla lotta del 1972-73. Con la classificazioneunica dell'ultima piattaforma contrattuale ci si proponeva non solo di tradurre le vecchie categorie in una nuova scala che raccogliesse insieme operai ed impiegati con un intreccio dei livelli, ma anche di adeguare questa scala non all'attuale stratificazione delle mansioni ma all'obbiettivo di un intervento operaio sulla qualificazione reale. In questo quadro si sono svolte e si svolgono ricerche di gruppi operai a livello di fabbrica (come per es. alla Fiat Mirafiori, come gruppo FIM) che ovviamente superano la difficoltà segnalata. 12 Nel periodo 1949-1965 alla Olivetti l'andamento percentuale delle qualifiche operaie è stato il seguente: 1949 1957 1965 os 10,9 9,2 11,7 OQ 31,1 28,5 34,5 o c 48,4 54,6 51,7 MC 6,8 4,4 0,8 Allievi CFM 2,8 3,3 1,3 Per tutta l'industria italiana, M. PACI (Le contraddizioni del mercato del lavoro, su « Inchiesta i., anno II, n 6, primavera 1972) cita dati ricavati dai censimenti dell'industria ISTAT e da un'indagine del Ministero del Lavoro: 1951 1961 1970 os 12,8 12,7 18,9 OQ 36,2 37,1 37,2 oc 24,1 23,5 25,5 MC 15,9 16,1 11,6 Apprendisti 7,8 12,8 4,6 Altri 3,2 2,8 2,2 In questo articolo di Paci mi sembra importante (a prescindete dalla discutibilità dell'impostazione generale) la tesi che la stratificazionedelle qualifiche formali dipenda dalla situazione del mercato del lavoro (e quindi anche dai rapporti di forza e dalla conflittualità oper1lia)più che dall'evoluzione tecnologica dell'industria. 13 A. ASHBURN, The collision with Theory Y, editoriale sul n. 19, 21 settembre 1970, di • American Machinist •· L'autore delle definizioni di teoria X e teoria Y è Douglas McGregor, studioso del MIT, che le aveva presentate fin dal 1955. Sulla stessa linea della • teoria Y • è il cosl detto • piano Scanlon•• anche questo presentato dal MIT nel 1968. 14 Questa sembra la tesi di A. Goaz, Le despotisme d'usine et ses lendemains, su • Lcs Temps Moderncs •• n. 314-15, settembre-ottobre 1972, p. 428. 1s D. PtGNON • J. QUERZOLA , Dictature et démocratie dans la production sul n. cit. di • Les Ternps Modcrnes •• p. 438. A parte la discutibilità di questa tesi, sulla quale sembra che gli autori concordino, pur senza dichiararlo in pieno, l'articolo è molto notevole ed interessante, specie per la chiarezza con la quale imposta la discussione da un punto di vista marxista e per le info~mazioni su alcune esperienze di riorganizzazione del lavoro. 16 GoRZ, art. cii. Esistono tuttavia casi che fanno eccezione, fra cui interessante quello della Olivetti. 11 Delle premesse e dell'avvio di queste lotte e delle sottolineature che .essa hanno avuto ho già accennato nell'articolo: Fiat: la lotta è per lutti, su •Classe», n. 4, giugno 1971. 103 Biblioteca Gino Bianco
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