Classe - n. 7 - luglio 1973

A nessuno piace essere condizionato dal ritmo di una macchina. Gli uomini non sono fatti di organi meccanici ed hanno bisogno di una sosta di tanto in tanto. Quando lo richiede il loro oorpo e il loro sistema nervoso, non quando suona la campanella. Ed essi lavorano e si sentono meglio quando possono soddisfare queste esigenze [ ...] . {Con le nostre macchine transfer MOD. rv) se l'uomo ha bisogno di una sosta la produzione non si ferma, si accumula alla sua stazione. E dopo la sosta, basta che lavori un po' più svelto per ricuperare. Non è proprio oosl che vi piacerebbe di lavorare? E la conclusione, in grassetto, è che « il job enrichment è un obiettivo preminente nei progetti Cross»; mentre, per illustrare visivamente i pregi delle transfer a ritmo flessibile, le fotografie mostrano l' operaio che si ferma per prendere tranquillamente una tazza di caffè... L'attuale organizzazione del lavoro nella fabbrica capitalistica è dunque in una posizione instabile, aggredita con intenti opposti sia da parte operaia che da parte padronale. Ma i problemi che questa situazione suscita non restano confinati all'interno della fabbrica. Essi coinvolgono un rapporto di potere e quindi sono problemi politici di tutta la società. Che cosa vuol dire questo? Da un lato che la classe operaia non può sperare di ottenere successi non transitori con una strateg ia confinata all'interno della fabbrica, ma deve proporsi di affiancare allo scontro sul luogo di lavoro quello sul piano sociale (e ciò richiede coerenza di strategia e coerenza di obiettivi tra i due piani di lotta ); dall' altro che lo scontro sul piano sociale viene affrettato dalle stesse risposte del padronato che, in Italia , ha già visto messa in crisi dall'intensità, dall'ampiezza e soprattutto dal carattere qualitativamente nuovo delle lotte oper aie la possibilità di ricuperare le concessioni strappategli, incrinando la sua egemonia sull'organizzazione del lavoro e sulla disponibilità dei lavoratori. Per rendersi conto di che cosa vuol dire questa estensione, basta del resto riflettere che una iniziativa operaia sull'organizzazione del lavoro non può fermarsi al come si produce ma necessariamente finisce coll'affrontare il tema del che cosa si produce e per chi, e ci\e qui essa si scontra, al di là degli aspetti più immediati di re• pressione, con una ristrutturazione che non è solo una modernizza. zione produttiva delle fabbriche ma investe tutti gli aspetti della vita sociale; e cioè un attacco alla occupazione non solo quantita• tivo, ma qualitativo ( e quindi che tocca anche il momento di for. 101 Biblioteca Gino Bianco

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