Classe - n. 7 - luglio 1973

all'interno di limiti più o meno grandi, è anzi non solo reso meccanicamente possibile, ma apertamente sollecitato quale contributo alla correzione di eventuali errori nel ciclo di lavoro ed al suo miglioramento; b) nello stesso tempo viene posto l'accento sulle possibilità di controllo, rilevazione e registrazione dei dati del processo lavorativo nel corso del suo svolgimento da parte di uf!ìci centrali anche fisicamente distanti. È chiaro che queste due caratteristiche corrispondono da un lato all'esigenza di 'sollecitare l'adesione attiva dell'operaio, dandogli l'illusione di un contributo autonomo alla determinazione delle caratteristiche dei processi, dall'altro a quella di ricuperare, ed anzi ampliare ed approfondire quel controllo che non riesce più ad essere esercitato coi tradizionali metodi burocratico-amministra t ivi (i quali del resto non consentirebbero la soddisfazione della prima esigenza). La possibilità tecnica di realizzare questi aspetti è in gran parte legata all 'estensione dell'uso dell'elettronica e dei computers; a questo corrisponde anche lo spostamento sempre maggiore del controllo processi da organi meccanici, elettromeccanici o anche elettronici a circuiti fissi verso procedimenti in « software », che cioè utilizzano organi con capacità logica generica, non costruiti specificamente per quel determinato processo, ma capaci di operare secondo le istruzioni di un programma. Si è già accennato alle conseguenze di questo fatto in tema di struttura della forza-lavoro e di qualificazione. Vediamo alcuni esempi caratteristici. Nel campo del controllo numerico, all'introdu zione di forme più sofisticate di CN si accompagna la scomparsa della sottolineatura della possibilità di impiego di mano d'opera non qualificata, riproponendosi spesso una utilizzazione dell'intelligenza dell'operatore. Una di queste forme è il cosiddetto « controllo numerico diretto ». In esso un certo numero di macchine può venire controllato da un unico computer centrale, che può anche essere posto a notevole distanza dalle macchine stesse. Le informazioni che definiscono il programma di lavoro non sono più riportate su un nastro da immettere nell'unità di governo della macchina, ma archiviate in una memoria del calcolatore. Da ciò derivano, come caratteristiche più importanti: a) l'interpolazione, cioè il processo che trasforma le informazioni che definiscono il programma di lavoro nelle istruzioni da dare momento per momento agli organi della macchina, non è più eseguita mediante una specifica conformazione dei circuiti fissi dell'unità di governo della macchina stessa, ma in « software » da parte del com99 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==